sabato 6 luglio 2013
Nei primi sei mesi del 2013 sempre più ragazzi patologici. Preoccupa lo stretto rapporto tra gioco e tossicodipendenze. Cresce il fronte dei sindaci che hanno firmato il manifesto contro l’azzardo: sono già 204 i Comuni che vorrebbero interventi più decisi per regolamentare l’apertura delle sale bingo.
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​Sono già 204 i Comuni che hanno sottoscritto il "Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo", con cui gli amministratori chiedono di essere messi in condizione di arginare una deriva che sta provocando altissimi costi sociali. Un prezzo pagato anche in vite umane, com’è accaduto alcuni giorni fa con il 19enne di Ischia che si è suicidato per averi dilapidato i risparmi. E i giovani sono i più esposti. I giocatori tra gli studenti, nel 2013, sono stati il 48,2% quindi con lieve aumento rispetto al 2012 e tra questi il 6% risulta avere una condizione di gioco patologico, mentre il 10,9% è classificabile come giocatore a rischio ludopatia. Questi i dati, aggiornati al 2013, sono stati diffusi dal Dpa, il Dipartimento delle politiche antidroga della presidenza del Consiglio che lancia l’allarme sulla diffusione dell’azzardo tra gli adolescenti. «Si stimano infatti che nell’anno 2013 circa 1 milione e 250mila studenti delle scuole superiori di secondo grado abbiano partecipato ad almeno un gioco – spiega una nota del Dpa – con frequenza rilevata di un episodio almeno una volta negli ultimi 12 mesi». Inoltre negli studenti tra i 15 e 19 anni definiti patologici negli ultimi 12 mesi «su un grande campione statisticamente rappresentativo di ben 34.483 mila soggetti, si evidenzia che maggiore è lo stadio del gioco d’azzardo maggiore è il consumo di droghe». Per i ragazzi annoverati tra i gioco-dipendenti la prevalenza del consumo di sostanze illecite è pari al 34,1%. In altre parole, più il comportamento di gioco si fa problematico o addirittura patologico e più cresce anche l’uso di droghe. Molti di questi sono minorenni, nonostante una legislazione che, a parole, vieta l’accesso degli adolescenti ai centri scommesse. Si tratta di 630 mila under 18 che hanno speso almeno 1 euro giocando d’azzardo. Lo sostiene lo studio Espad-Italia 2012, realizzato dal Reparto di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa. Secondo il Cnr l’indagine -che ha coinvolto 45 mila studenti delle scuole superiori e 516 istituti scolastici di tutta la Penisola - nell’ultimo anno il 45,3% degli ragazzi ha puntato somme di denaro. Ad essere decisamente più coinvolti sono i maschi (55,1% contro il 35,8% delle ragazze). Per il 60% delle giocatrici si è trattato di un evento occasionale (1-2 volte), anche se il 36% ha giocato dalle 3 alle 19 volte. Un quinto dei ragazzi ha invece dichiarato di aver giocato somme di denaro più di venti volte nel corso dell’anno. Allo scopo di limitarne le conseguenze negative sulle comunità che amministrano, i sindaci invocano una legge mirata alla riduzione dell’offerta e al contenimento dell’accesso, con un’adeguata informazione e un’attività di prevenzione e cura. Al "manifesto" promosso da Terredimezzo e Legautonomie viene associata una proposta di legge quadro di iniziativa popolare, che affronti gli aspetti più problematici. I Comuni chiedono che sia concesso ai sindaci il potere di ordinanza per definire l’orario di apertura delle sale gioco e per stabilire le distanze dai luoghi sensibili (come scuole e luoghi di ritrovo dei giovani), e sia richiesto alle amministrazioni locali il parere preventivo e vincolante per l’installazione dei giochi d’azzardo. Peraltro dopo le inchieste dei pm antimafia sulle infiltrazioni dei boss nel gioco cosiddetto "legale", oggi c’è la riprova che l’azzardo "lecito", nel caso dei minorenni, va di pari passo con l’uso di sostanze illegali. Con i boss che ci guadagnano due volte: grazie agli introiti delle macchinette mangiasoldi e con il business della droga.
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