martedì 18 aprile 2023
Nel giorno della visita di Mattarella al lager nazista, le sorelle Bucci, deportate bambine, testimoniano il dovere della memoria. «Questo è un immenso cimitero, oggi abbiamo il cimitero del mare»
Tatiana Bucci ad Auschwitz

Tatiana Bucci ad Auschwitz - Angelo Picariello

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«Mi ritengo fortunata perché su 13 componenti della mia famiglia ci siamo salvati in 4». Il racconto, rotto a tratti dalla commozione, è quello di Tatiana Bucci che ha oggi 85 anni e ne aveva appena 8 quando fu liberato il campo di Auschwitz il 27 gennaio del 1945. E oggi è qui per ricordare, insieme alla sorella Andra, più piccola di due anni, in occasione della visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, appena giunto al campo, si è fermato da solo in un lungo e intenso raccoglimento davanti al muro delle esecuzioni e poi ha salutato le sorelle Bucci che erano ad attenderlo.

Tanti, oltre 5mila i giovani, provenienti da tutto il mondo, impegnati nella “Marcia dei vivi”. Presenti anche tre scolaresche italiane, del liceo Leonardo Da Vinci di Terracina, del liceo Rinaldini di Ancona e del Liceo Pujati di Sacile. Superstiti dell'Olocausto, testimoni attive della Shoah italiana e autrici di memorie sulla loro esperienza le sorelle Bucci sono arrivate qui nel 1944 con 8 familiari e congiunti da Fiume, fra cui il cugino Sergio, altri 5 sono stati catturati in seguito nel Vicentino dove si erano rifugiati. Si sarebbero salvate perché, scambiate per gemelle, servivano per fungere da cavie per gli esperimenti medici condotti dal famigerato dottor Josef Mengele.

«Sarò venuta qui una quarantina di volte – racconta Tatiana Bucci – ma oggi è un’emozione particolare vedere tutti questi giovani». La prima volta negli anni Novanta, «prima non è stata coltivata la memoria, e forse non eravamo nemmeno pronti noi a ricordare». Tante le kippah di fedeli ebrei, ma oggi ricordare è compito di tutti: «Non solo chi è stato colpito nella sua famiglia deve farlo. Oggi venendo qui per me è come venire in un cimitero, perché qui hanno perso la vita quattro miei familiari. Ma ricordare è importante perché non si ripeta. L’uomo continua ad essere crudele, ma ci sono anche persone disposte a dare la vita per gli altri, speriamo non serva più». Ma Tatiana Bucci, infine, vuole ricordare un altro “cimitero”, «il “cimitero del mare” in cui tanti perdono la vita. Ma noi non dovremmo mai più avere paura del diverso, dovremmo saper accettare e accogliere tutti. Per questo – conclude – occorre coesione nel ricordare».

«A Tatiana e Andra va il ringraziamento di noi tutti», ha detto Mattarella nella cerimonia finale al termine della marcia.

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