lunedì 27 febbraio 2023
Eccola Asia, ha sette anni, il volto ancora scoperto (per quanto tempo ancora?) gli occhi pensosi. Viene voglia di scompigliarle i capelli corti e arruffati per strapparle un sorriso...
Asia, 7 anni. "Sono fidanzata, ma non voglio sposarmi, cioè non prima di aver studiato e imparato di più. Vorrei diventare insegnante. Spero che da grande il mio fidanzato sarà un uomo buono". Beneficiaria di un progetto di sviluppo rurale dell’ex GVC (Gruppo di Volontariato Civile), ora WeWorld-GVC. Provincia di Herat, Afghanistan

Asia, 7 anni. "Sono fidanzata, ma non voglio sposarmi, cioè non prima di aver studiato e imparato di più. Vorrei diventare insegnante. Spero che da grande il mio fidanzato sarà un uomo buono". Beneficiaria di un progetto di sviluppo rurale dell’ex GVC (Gruppo di Volontariato Civile), ora WeWorld-GVC. Provincia di Herat, Afghanistan - Laura Salvinelli

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Con questa e decine di altre testimonianze, storie, interviste e lettere, le giornaliste di Avvenire fino all'8 marzo daranno voce alle bambine, ragazze e donne afghane. I taleban hanno vietano loro di studiare dopo i 12 anni, frequentare l'università, lavorare, persino uscire a passeggiare in un parco e praticare sport. Noi vogliamo tornare a puntare i riflettori su di loro, per non lasciarle sole e non dimenticarle. E per trasformare le parole in azione, invitiamo i lettori a contribuire al finanziamento di un progetto di sostegno scolastico portato avanti da partner locali con l'appoggio della Caritas. QUI IL PROGETTO E COME CONTRIBUIRE

Nell'ambito del progetto #avvenireperdonneafghane pubblichiamo una riflessione della scrittrice e giornalista Ritanna Armeni, autrice di numerosi romanzi e saggi sulle donne. Il suo libro più recente è “Il secondo piano” (Ponte alle Grazie, 2023 ). Per il suo contributo alla campagna, Armeni si è ispirata al ritratto di Asia, una bambina della provincia di Herat, della fotografa romana Laura Salvinelli, specializzata in fotografia sociale Asia ha 7 anni. «Sono fidanzata, ma non voglio sposarmi, cioè non prima di aver studiato e imparato di più. Vorrei diventare insegnante. Spero che da grande il mio fidanzato sarà un uomo buono».

Eccola Asia, ha sette anni, il volto ancora scoperto (per quanto tempo ancora?) gli occhi pensosi. Viene voglia di scompigliarle i capelli corti e arruffati per strapparle un sorriso. Quello che timidamente regala alla macchina fotografica è appena sufficiente a dirmi che sta bene, qualcuno l’ha accolta e lei, per il momento, va a scuola. Ma Asia, scopriamo, è fidanzata, i suoi l’hanno promessa a un uomo. Forse lo conosce, forse non l’ha mai visto ma sa che fra qualche anno, se qualcosa non cambia , il suo destino è deciso. Un matrimonio già combinato e lei diventerà un’ombra fra le tante che popolano il suo sfortunato Paese, una donna senza nome, senza corpo, senza mente. L’ombra di un uomo.

Eppure oggi Asia ha le idee chiare. «Sono fidanzata – ha detto a chi l’ha accolta – ma non voglio sposarmi, cioè non prima di aver studiato e imparato di più». E sul suo futuro. «Vorrei diventare un’insegnante. Spero che da grande il mio fidanzato sarà un uomo buono». Asia cara, la tua nel mondo è, fra le battaglie, la più dura. Tu e le tue sorelle non avete armi ma solo nemici. La solidarietà, che noi donne di paesi più fortunati, vi portiamo è poca cosa. Non siamo capaci di fare di più e già questo ci rende colpevoli. Abbiamo solo le parole e, per quello che possono contare, vorrei sussurrartene alcune.

Qualunque cosa accada nel futuro ricordati che non sei un oggetto. Se anche ti obbligheranno a nascondere il tuo corpo, se anche non riconosceranno il tuo volto, ricordati che sei una persona. Se qualcuno ti sbarrerà la porta della scuola che vuoi frequentare e ti rimanderà a casa non dimenticare neppure per un momento che quella istruzione ti spetta di diritto.

Se ti obbligheranno a un matrimonio che non vuoi, se anche la maternità sarà costretta, continua a pensare a te stessa come a un essere umano, bello, completo, degno del creato. Se ti detteranno regole, regole e, ancora, regole a cui obbedire senza alzare la testa, anche se sarai obbligata a rispettarle, non ci credere. Se ti diranno che per te non c’è futuro e il presente è solo quello che altri decidono non smettere di sperare. Per te, Asia, bambina afghana, sperare è già combattere. A noi può sembrare poco invece è importante. Tu sei “tu”, tu sei “tua”. Ricordalo. Possono farti soffrire ma non possono renderti come vogliono loro.

Giornalista e saggista

Ritanna Armeni

Ritanna Armeni - .

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