sabato 19 febbraio 2022
S.S.M., egiziano, è indiziato di essere lo "scafista" che ha condotto l'imbarcazione giunta il 25 gennaio nelle acque di Lampedusa con 287 stranieri.
Nella notte del 21 gennaio erano approdate a Lampedusa altre 305 persone soccorse dalla Guardia costiera. Questa notte sono intervenute le motovedette della Guardia di finanza

Nella notte del 21 gennaio erano approdate a Lampedusa altre 305 persone soccorse dalla Guardia costiera. Questa notte sono intervenute le motovedette della Guardia di finanza - Ansa

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Non era nuovo alle traversate l'egiziano arrestato ieri sera su ordine della peocura di Agrigento. La Squadra Mobile ha eseguito il fermo, disposto dai pubblico ministeri Andreoli e Vetro, di S.S.M., 39enne indiziato di essere lo "scafista" che ha condotto l'imbarcazione giunta il 25 gennaio nelle acque di Lampedusa con 287 stranieri, provocando la morte per ipotermia di 7 cittadini bengalesi.

L' indagato, la cui posizione verrà vagliata dal giudice delle indagini preliminari, dovrà rispondere di favoreggiamento della immigrazione clandestina e di omicidio colposo plurimo.

Il Procuratore Patronaggio, che ha coordinato le indagini, rivela che il presunto scafista era già stato indagato per favoreggiamento della immigrazione clandestina. Il "carico umano" era composto da cittadini di varie etnie con prevalenza di bengalesi. Sette di loro, costretti a viaggiare in condizioni disumane, sono deceduti per ipotermia prima dell'intervento di soccorso di una unità navale della Guardia di finanza.

Secondo le prime ricostruzioni, il barcone era partito dalle coste libiche ed era stato affidato a professionisti egiziani.

Non è la prima volta, osservano fonti investigative, che i trafficanti di essere umani libici affidano i migranti a cittadini tunisini o egiziani per affrontare la traversata del Canale di Sicilia. Secondo gli inquirenti si tratta dell'ultimo segmento del lungo itinerario della tratta dall'Africa subsahariana, dal Centro Africa, dal Corno d'Africa e dall'Oriente Indiano.

Le salme dei 7 bengalesi morti assiderati si trovano ancora nella camera mortuaria del cimitero comunale Piano Gatta di Agrigento. Sono in corso le procedure di rimpatrio, ma non si sa ancora quando le bare lasceranno il capoluogo.

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