martedì 25 gennaio 2022
Approdo nella notte sull'isola siciliana. Tre cadaveri sono stati trovati sul barcone dai militari, al momento del soccorso. Altri quattro sono morti per ipotermia sulla terraferma
Nella notte del 21 gennaio erano approdate a Lampedusa altre 305 persone soccorse dalla Guardia costiera. Questa notte sono intervenute le motovedette della Guardia di finanza.

Nella notte del 21 gennaio erano approdate a Lampedusa altre 305 persone soccorse dalla Guardia costiera. Questa notte sono intervenute le motovedette della Guardia di finanza. - Ansa

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Salgono a sette le vittime dell'ultimo soccorso avvenuto nella notte a Lampedusa: tre cadaveri sono stati trovati sul barcone, dai militari della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto, durante le operazioni di soccorso. Altre quattro persone migranti sono morte poco prima di arrivare sulla terraferma. Tutti sarebbero deceduti per ipotermia.



Il barcone era stato avvistato a circa 24 miglia dalla costa di Lampedusa quando è scattato il soccorso. Il barcone con 280 persone a bordo, la maggior parte provenienti dal Bangladesh e dell'Egitto, è approdato in nottata sull'isola dopo essere stato soccorso dalle motovedette.

Le operazioni di soccorso «erano iniziate diverse ore prima in acque territoriali tunisine. Le autorità tunisine avevano da subito coordinato le operazioni inviando in soccorso una nave, che nelle successive attività di ricerca non individuava l'unità in difficoltà». Stando alla ricostruzione fornita dalla Guardia costiera italiana che nella notte è intervenuta con due motovedette per trarre in salvo 280 migranti sul barcone di 20 metri, che si trovava a circa 20 miglia a sud di Lampedusa, nella cosiddetta area di ricerca e soccorso italiana. Dove era stato dapprima «avvistato da un velivolo Frontex, inviato in area per le operazioni di ricerca. È stato quindi raggiunto da due motovedette della Guardia Costiera partite da Lampedusa. Presenti in area una motovedetta della Guardia di Finanza e l'unità ong Aita Mari che hanno garantito una cornice di sicurezza alle attività di soccorso».
«Durante le operazioni, rese particolarmente complesse a causa delle difficili condizioni meteomarine - ha informato ancora la Guardia costiera - sono stati trovati senza vita a bordo del barcone tre migranti. Altri quattro migranti, apparsi già in condizioni disperate ai medici del Cisom presenti a bordo delle unità della Guardia Costiera, sono morti prima di arrivare sull'isola. Dai primi accertamenti eseguiti, la causa della morte dei 7 migranti è verosimilmente dovuta ad ipotermia».

«Ancora una tragedia, ancora una volta piangiamo vittime innocenti - ha affermato il sindaco di Lampedusa e Linosa Totò Martello - qui continuiamo a fare la nostra parte tra mille difficoltà, nonostante il governo italiano e l'Europa sembrano avere dimenticato Lampedusa ed i lampedusani. Ma non possiamo andare avanti da soli ancora per molto».

Su quanto accaduto questa notte al largo di Lampedusa la Procura di Agrigento, guidata da Luigi Patronaggio, ha aperto un'inchiesta. Sono diversi, intanto, i migranti arrivati questa notte trasportato al poliambulatorio dell'isola per le prime cure, mentre tutte le altre persone hanno trovato posto all'interno dell'hotspot di contrada Imbriacola. La struttura ospita al momento oltre seicento persone ma in giornata la macchina dei trasferimenti attivata dalla prefettura di Agrigento porterà ad alleggerire la situazione.

L'allarme per i naufragi fantasma e le navi delle Ong senza porto sicuro

Tra le reazioni alla tragedia, anche l'appello del presidente della Croce Rossa, Francesco Rocca: «Altre morti che si sarebbero potute evitare. Altri morti nel silenzio dell'Ue. Continueremo a ripeterlo: abbiamo bisogno di un approccio europeo comune per salvare vite». Mentre la presidente di Medici senza Frontiere, Claudia Lodesani ha continuato a chiedere «un porto sicuro per la Geo Barents che ha ancora a bordo 439 persone. Dopo i rifiuti di Malta e Italia dei giorni scorsi auspichiamo che finisca l'indifferenza dell'Europa di fronte ai bisogni e le sofferenze di queste persone».

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