lunedì 4 marzo 2013
COMMENTA E CONDIVIDI
Sarebbe stata la notizia da dulcis in fundo, ma invece merita l’attacco: ave Francesco Totti. Il “Pupone” era già nella storia, ma con il rigore segnato al Genoa nella gara vinta dalla Roma, il capitano giallorosso tocca quota 225 gol in Serie A, secondo marcatore di sempre dietro a Piola (274 reti), eguagliato il record del mitico Nordhal, il pompierone del Milan anni ’50.E ora sotto con la 27esima giornata. Niente da fare per il Napoli. Il vulcano acceso del San Paolo si spegne al 90’ assieme alle illusioni del popolo napoletano. L’attesa sfida scudetto con la Juve finisce 1-1, con qualche tirata di capelli di Chiellini a Cavani che da atleta devoto a Gesù questa volta non porge l’altra guancia, anzi, alza il gomito sul nasuto difensore della Nazionale. Pari e patta dunque, anche per quel che concerne i colpi bassi e proibiti, ma per fortuna questa volta (a differenza della finale di Supercoppa italiana a Pechino) le rispettive dirigenze incassano con pacificamente il verdetto del campo. Un risultato che sicuramente va meglio alla Juve, che a più 6 dalla squadra di Mazzarri, rimane padrona del campionato e può concentrarsi sulla Champions, sbrigando mercoledì sera con il Celtic quella che dovrebbe essere una pura formalità (si parte dal 3-0 dei bianconeri a Glasgow). Il Napoli ora può solo augurarsi qualche svenimento della Vecchia Signora, ma deve anche guardarsi dal ritorno prepotente di un Milan indiavolato che dalla terza piazza osserva sornione anche il secondo posto. La squadra di Allegri ha stravinto lo scontro diretto con la Lazio di Petkovic che scivola in quarta posizione agguantata dall’Inter, di cui parleremo dopo. I laziali certo possono recriminare per l’espulsione di Candreva dopo solo un quarto d’ora, ma al momento è assai dura fermare questo Milan che marcia a velocità più sostenuta della Juventus: 41 punti in 19 partite, settimo successo di fila a San Siro. Lo sa bene anche il Barcellona (peraltro in piena crisi, il Barça ha perso il secondo match in 4 giorni contro il Real Madrid di Mourinho) che attende con ansia il 12 marzo per la rivincita di Champions al Camp Nou. Una metamorfosi quella compiuta dal conte Max Allegri che fa girare il Milan anche quando manca l’uomo nuovo, Mario Balotelli. SuperMario non c’era nel match semiperfetto (2-0) con il Barcellona e mancava anche sabato sera nella sfida-Champions con la Lazio, ma non se ne è accorto nessuno.Tutti invece hanno notato la splendida prova di Pazzini che ha trascinato il Milan al successo firmando una doppietta che lo proietta a 12 gol (in 21 gare disputate, 101 in Serie A) nella classifica cannonieri. Chissà se il presidente dell’Inter Massimo Moratti in questo momento si starà chiedendo: ma non è che lo scambio Pazzini per Cassano è stato una follia? Le follie nel nostro calcio ormai si chiamano “cassanate”. Antonio Cassano dopo aver provocato l’orticaria a tutti i suoi ex allenatori (i ct Gentile e Lippi e i tecnici di club, Capello, Del Neri e Allegri) e dopo aver usato il massimo della maleducazione contro il patron doriano, lo scomparso e indimenticato Riccardo Garrone, è riuscito ad arrivare alle mani con il tecnico ragazzino Andrea Stramaccioni. Una baruffa che era nell’aria e che si è consumata dopo l’allenamento ad Appiano Gentile, anche se tutti i protagonisti smentiscono. Fatto sta che Cassano ha saltato la trasferta di Catania e anche in questo caso nessuno se ne è accorto, almeno dopo il 45’. Sì perché l’Inter sotto di due gol all’intervallo è riuscita nell’impresa da “clamoroso al Cibali” - alias stadio Massimino -, del 2-3. E anche in questo caso la remuntada porta la firma del bomber di scorta, l’argentino Palacio. Occasione persa per il Catania degli argentini che al primo tempo era a soli tre punti dal terzo posto. Meta che continua ad inseguire anche la scapigliata Fiorentina che piega il generosissimo Chievo con un gol (“in fuorigioco” per ammissione di mister fair-play Montella) di Larrondo. Rete pesante e domenica prossima i viola si giocano un pezzo di quell’Europa che conta all’Olimpico contro una Lazio che è costretta  a vincere se non vuole vanificare il quasi capolavoro sin qui realizzato dal nobilissimo Petkovic. Un piccolo capolavoro è anche quello che sta facendo Delio Rossi alla Samp: ha preso la squadra in zona retrocessione, l’ha portata nella colonna di sinistra della classifica e addirittura il suo spregiudicato 4-3-3 è riuscito a fare della difesa doriana la meno perforata (solo 2 gol presi nelle ultime 8 gare). Specchio riflesso del buon lavoro che alla Roma sta facendo il “supplente” di Zeman, mister Andreazzoli, che con un Totti così può ancora sognare in grande.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: