martedì 5 aprile 2016
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Una volta tanto sul versante “scandalo doping” non siamo noi la pecora nera d’Europa, bensì gli insospettabili inglesi. Uno scenario quello allestito a Londra, che se venisse confermato, sarebbe molto preoccupante per l’intero movimento sportivo di sua Maestà la Regina Elisabetta. Il plot dell’ennesimo horror olimpico, parla di un medico spregiudicato, di almeno 150 atleti disposti a tutte le pratiche possibili pur di migliorare la prestazione. Sospetti di aiutini, anche pesanti in forma farmacologica, a trecentosessanta gradi: dall’atletica leggera al ciclismo, passando per il tennis fino al calcio e anche quest’ultimo di vertice. Sotto la lente degli Scotland Yard dell’antidoping britannici ci sono delle stelle della Premier League: alcuni giocatori di Arsenal, Chelsea e della capolista Leicester guidato da Claudio Ranieri. La denuncia - firmata Sunday Times- si basa sulle dichiarazioni, estorte a sua insaputa, dal medico londinese Mark Bonar, che ha raccontato di aver prescritto per sei anni sostanze dopanti a decine di atleti inglesi, e non solo. John Whittingdale, sottosegretario per la Cultura e lo Sport, ha immediatamente aperto un’inchiesta sull’operato dell’agenzia antidoping britannica (Ukad) per verificare eventuali negligenze o, peggio ancora, possibili complicità. Il sospetto, sollevato dal Sunday Times, è che la Ukad non sia intervenuta adeguatamente quando nel 2014 un atleta, trovato positivo e squalificati per doping, aveva rivelato i programmi dopanti praticati nella clinica londinese. Eppure il Regno Unito è sempre stato in prima linea nella lotta al doping: contro Lance Armstrong, contro l’uso sistemico nell’atletica leggera e il nuoto. Però va anche registrato che stranamente questo stesso sistema così profondamente moralistico ha sempre avuto un occhio di riguardo verso gli sport più ricchi, a cominciare dalla Premier League, ma anche il tennis. Così sono stati altrettanto sistematicamente messi a tacere i rumors sui propri atleti, da Chris Froome a Paula Radcliffe, fino a Mo Farah. Campioni molto “chiacchierati” sul fronte del doping, inseguiti da ambiguità e strane coincidenze che i tabloid hanno oscurato ad arte. Ma adesso è venuto il tempo delle spiegazioni e sulla vicenda le autorità preposta vogliono andare a fondo e qualcuno intende riaprire anche quella pagina epica, per lo sport inglese, che è stata l’Olimpiade del 2012. Un’edizione in cui l’Inghilterra è stata capace di conquistare 65 medaglie contro le 47 di Pechino 2008 e di finire sul podio generale, dietro solo a colossi come Stati Uniti e Cina. È tempo di indagare e meditare people! © RIPRODUZIONE RISERVATA “Sunday Times” choc: il dottor Bonar confessa di aver prescritto per sei anni sostanze dopanti ad almeno 150 atleti, dal ciclismo al tennis ai calciatori della Premier
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