sabato 8 marzo 2014
Palla ovale amara per l'italia che perde 46-7. ​Questa è la sconfitta più pesante incassata da Jacques Brunel da tre anni, da quando il tecnico francese è alla guida della nazionale italiana di Rugby.
COMMENTA E CONDIVIDI
Anche l’effetto Brunel sembra finito. La Nazionale italiana di rugby non riesce più a vincere e, sembra, nemmeno a perdere dignitosamente. Il 46-7 incassato all’Aviva Stadium di Dublino rimette in discussione il gran lavoro fatto dal ct francese e i progressi tecnici palesati dalla squadra nella scorsa edizione del Sei Nazioni. E non consola vedere gli irlandesi in testa alla classifica del torneo, il “cucchiaio di legno” quest’anno tornerà ad essere colorato di azzurro, perché difficilmente questa squadra, sabato prossimo a Roma, riuscirà a superare l’Inghilterra nel quinto e ultimo match. L’Irlanda è stata travolgente, spinta anche dal desiderio di lasciare un’impronta indelebile nell’ultima partita casalinga dell’idolo locale Brian ÒDriscoll, il centro 35enne che ieri ha anche raggiunto il record di “cap” internazionali: ben 140, nessuno al mondo ha indossato la maglia della propria nazionale più di lui. Fra gli azzurri mancava Parisse, infortunato, ma difficilmente il gioco avrebbe preso una piega diversa con lui in campo. Sette mete contro una rappresenta una differenza abissale, un solco invalicabile, almeno per ora. E non ci si può certo aggrappare alla meta del giovane Sarti, che ha approfittato di una palla persa dagli irlandesi per sprintare e schiacciare tra i pali, o degli altri giovani che pure hanno mostrato doti e qualità nei match precedenti. L’Italia non può restare continuamente in attesa di un domani che non arriva mai. Questa è la sconfitta più pesante incassata da Jacques Brunel da tre anni a questa parte, da quando il tecnico francese è alla guida della nazionale italiana. Forse nemmeno lui si aspettava un compito così arduo, anche se cerca di trovare motivi di ottimismo nell’analizzare la sconfitta contro l’Irlanda: “Abbiamo fatto un primo tempo di qualità, il nostro problema resta il possesso. C'è stata troppa imprecisione sulla conquista e abbiamo subìto un po’ la pressione degli irlandesi”. In effetti, il secondo tempo resta il problema dell’Italrugby che cala vistosamente di rendimento. Però non sempre avere una esatta prognosi consente di formulare una cura efficace. Così, il XV azzurro continua a restare malato.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: