giovedì 4 febbraio 2010
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Sognare non costa nulla si dice con una certa facilità. Provate a spiegarlo di questi tempi ai dirigenti del Real Madrid. Loro i sogni li hanno pagati a suon di milioni. E ora rischiano di tramutarsi in incubi. La scorsa estate il presidente delle merengues, Florentino Pérez, non ha certo badato a spese mettendo a segno un record difficilmente eguagliabile nel calciomercato mondiale: 252 milioni di euro per portarsi a casa il meglio del calcio internazionale. 67 milioni di euro per convincere (senza troppe difficoltà) i dirigenti del Milan a vendere una bandiera come Ricardo Kakà, e ben 93 milioni di euro per strappare al Manchester United, Cristiano Ronaldo: l’affare più costoso della storia del calcio.Peccato però che la salute non si possa comprare. Cristiano Ronaldo sta recuperando la piena forma dopo un infortunio alla caviglia che ha condizionato i suoi primi mesi in camiseta blanca: finora su 28 gare ufficiali del Real ha collezionato poco più della metà delle presenze: 16. In campionato 12 apparizioni: considerando che guadagna 13 milioni di euro all’anno, fate i vostri conti. Se lui ha comunque realizzato 15 reti tra campionato e Champions e continua a produrre (anche per il club) 80 milioni di euro a stagione solo di sponsor, di certo lo stesso non si può dire per l’evanescente Kakà. Il campione brasiliano (ingaggio da 9 milioni di euro a stagione) sembra il lontano parente del fenomeno visto in maglia rossonera: a Madrid finora 22 presenze e appena 4 reti. Ma soprattutto è alle prese con una pubalgia cronica che non lo lascia in pace. Ieri il quotidiano spagnolo “Marca” ha scritto che Kakà sarà costretto per il resto della carriera a un trattamento fisico quotidiano per evitare ricadute. Già da tempo si sottopone a mezz’ora di allenamento supplementare per rafforzare schiena, addome e glutei. «Tornerà quello di prima», assicurano i medici spagnoli. Ma pare che i dirigenti madrileni si stiano già guardando attorno puntando il talento 19enne del Racing Santander, Sergio Canales.Anche perché, almeno finora, Ronaldo, Kakà e gli altri fuoriclasse acquistati, non hanno certo garantito al Real il salto di qualità. Anzi. A novembre le merengues hanno fallito il primo obiettivo stagionale, la Coppa del Re, perdendo malamente contro una squadra di Serie C spagnola, l’Alcorcon che ha un budget di 1,2 milioni di euro, 300 volte inferiore a quello madridista. E in campionato la squadra di Pellegrini insegue a -5 punti l’odiato Barcellona capolista di Pep Guardiola.Infortuni e risultati che forse cominceranno a far pensare anche il presidente Pérez, uno che crede ciecamente nell’equazione: «più soldi, più vittorie». Già la prima volta che prese il Real, dal 2000 al 2006, riuscì a spendere 422,5 milioni di euro per comprare 17 giocatori, tra cui 5 palloni d’oro come Luis Figo, Zinedine Zidane, Ronaldo, Michael Owen. E allora gli andò bene anche con gli infortuni: il Real diventò la squadra dei “galacticos”. Ora però anche lui deve cominciare a fare un po’ di conti visto che i debiti del Real con le banche è salito a 563 milioni di euro. E chissà che gli infortuni galattici non servano di lezione anche ai nostri club. La Roma non ha fatto in tempo a gioire per l’acquisto di Toni che già si è rotto. La Juve che conta il record di infortunati, 44 solo in questa stagione, non può dirsi certo soddisfatta dei soldi spesi per Diego (25 milioni).«I sogni son desideri di felicità» diceva la colonna sonora di Cenerentola. Ma al risveglio, le favole calcistiche potrebbero non avere un lieto fine.
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