venerdì 1 dicembre 2017
L'artista aveva 87 anni. Fondatore con Manzoni e Bonalumi di Azimuth, con le sue tele estroflesse superò il concetto tradizionale di superficie. Per Donald Judd fu uno dei padri del minimalismo
Enrico Castellani (WikiCommons)

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È morto Enrico Castellani, uno di grandi artisti italiani del secondo Novecento. Aveva 87 anni. Con le sue tele monocrome, da lui chiamate "tese estroflesse", tese da un sistema di chiodi retrostante che trasformava la superficie in un paesaggio di geometrie ipnotiche, ha segnato in modo radicale l'arte degli anni 50 e 60, al punto da essere stato definito da Donald Judd uno dei padri del minimalismo.

Castellani aveva elaborato le sue tele estroflesse nell'ambito di Azimuth, la rivista che aveva contribuito a fondare a Milano con Piero Manzoni e Agostino Bonalumi nel 1957, oggi riconosciuta come un pilastro nella storia delle avanguardie nonostante i soli due numeri usciti, stampati in poche copie da un tipografo amico.

«Ispirato, come tutti, allora, dall’energia di Lucio Fontana - spiega Marco Meneguzzo - Castellani ha trovato il suo linguaggio nello sperimentare e costruire rapporti sempre mutevoli tra la superficie e la luce, attraverso quelle estroflessioni sulla tela che, a seconda dell’incidenza della luce – o, se volete, attraverso il passare delle ore, e il trascorrere del tempo – mutavano impercettibilmente a ogni sguardo. Un’arte della contemplazione che aveva ridotto la gamma dei colori, tutti rigorosamente monocromi, praticamente al bianco, all’argento, e a qualche rosso e blu. Ciononostante, non si tratta della ricerca di un “grado zero” della pittura ma, al contrario, dell’infinita potenzialità dell’unione di pochi elementi, verrebbe da dire ora “santificati” e uniti dalla costanza del lavoro quotidiano, indefesso, silenzioso. La luce, la superficie, il ritmo visivo delle estroflessioni, eliminando ogni altro fattore di disturbo percettivo, fanno concentrare la mente, paradossalmente, più sul tempo che sullo spazio, più su questo campo di sperimentazione mentale, totalmente silenzioso, che su ogni istanza emotiva, e tuttavia da questo contemplare non sono scacciati i sentimenti: vi ritornano purificati e docili, regolati da un ritmo assoluto e limitati da categorie sovrumane, ma per questo più sicuri, più profondi».

Enrico Castellani era nato a Castelmassa, in provincia di Rovigo, il 4 agosto 1930. Aveva studiato arte, scultura e architettura in Belgio fino al 1956, e quindi si era trasferito a Milano. Da tempo però viveva a Celleno, un borgo nell’alto Lazio.

Castellani ha partecipato alle principali esposizioni internazionali, esponendo quattro volte alla Biennale di Venezia tra il 1964 e il 2003, al MoMA di New York e alla Biennale di San Paolo. Nel 2010 gli è stato conferito il Praemium Imperiale per la pittura.

Le opere di Enrico Castellani sono nei principali musei di arte moderna e contemporanea e sono tra le più apprezzate nelle aste internazionali, raggiungendo veri e propri record. Nel 2014 la sua "Superficie Bianca" del 1967, stimata tra 1,6 e 2,4 milioni di dollari, è stata aggiudica a Londra da Sotheby’s per 6.050.512 dollari.

(ultimo aggiornamento il 2 dicembre 2017)

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