giovedì 4 marzo 2010
Italia 2 - Ungheria 0. La squadra di Casiraghi con i tre “black italians” in campo batte gli ungheresi e torna in corsa per il primo posto nel girone di qualificazione degli Europei del 2011. Ora il Galles è a 3 punti.
L’Italia in bianco invece non va bene
Italia 0 - camerun 0
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Discreto esordio azzurro per Bonucci e Cossu ma la Nazionale maggiore chiude senza gol il noioso test pre-Mondiale contro il Camerun.
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A Rieti, al nero italiano sono abituati da tempo, qui è cresciuto, anche come atleta, il campione europeo di salto in lungo ed eterna promessa olimpica, Andrew Howe. Invece l’Italia s’è desta alla notizia che nelle città laziale, Gigi Casiraghi varava la nuova Nazionale in nero. Detto fatto, in campo dal primo minuto contro l’Ungheria i tre “black italians”: Angelo Ogbonna, Stefano Okaka e Mario Balotelli. Sessant’anni in tre, due meno del ct della Nazionale maggiore Marcello Lippi (classe 1948). Ogni riferimento è puramente casuale: non siamo del partito “porta Cassano ai Mondiali del Sudafrica”. Ma magari Balotelli sì. I tre neri d’Italia cantano, a memoria - la cosa commuoverebbe anche il Presidente Napolitano - , l’inno di Mameli. A dire il vero, l’intonano quasi tutti, unica eccezione - forse per la difficoltà del testo? - Ezequiel “Lupo” Schelotto, forte attaccante del Cesena, che ha un alibi argentino: è nato a Buenos Aires. Dopo la tardiva retorica italica sulla “razza nera” in campo con la maglia azzurra, vogliamo anche parlare della questione oriundi? Meglio concentrarsi sul campo. Salta all’occhio che a un certo punto oltre ai tre neri italiani spunta pure un Marrone, Luca, centrocampista classe 1990 della Juventus che con i bianconeri ha giocato una sola partita (Chievo-Juve) sotto la gestione dalla scarsa “autostima” di Ciro Ferrara, ma Zaccheroni per ora non lo vede. Casiraghi sì e lo ripesca dalla Primavera e lo riconvoca per il match decisivo contro i giovani magiari. E vede lungo. Ungheria priva della stella Nemeth, ma il ct Egervari schiera gli 8 undicesimi della gara d’andata persa dagli azzurrini per 2-0. Rieti è tutta con Balotelli, finalmente solo cori d’incoraggiamento per SuperMario che come tutti i “geni” del calcio gioca con il numero 10 sulle spalle, maglia che all’Inter per ora è saldamente indossata da Snejider. Dai suoi piedi parte il primo cross che mette Schelotto a tu per tu con il portiere Gulacsi, ma sbaglia da due passi. Passa un minuto (25’) e Okaka di prepotenza si invola verso l’area avversaria e dal limite calcia all’angolo più lontano. Una rete che regala il sorriso raro di Balotelli che festeggia il fratello italiano con una pettorata stile Nba, emulata prontamente da Ogbonna. Uno dei pochi lampi contro un’Ungheria che ha riproposto lo stesso pressing asfissiante dell’andata che ha messo in difficoltà il centrocampo azzurro. Non a caso l’Italia al 66’ perde per espulsione Francesco Bolzoni e finalmente ci si ricorda di lui, dell’ex gioiello dell’Inter di Roberto Mancini che evidentemente non gode della stessa stima che Mourinho ha per Balotelli, da Appiano Gentile è finito al Frosinone. Ingiustizie del calcio?L’arbitro Turpin invece dirige di giustezza ed estrae il rosso per espellere anche Kadar. Il tempo di riflettere sulla ristabilita parità numerica che Marrone sfodera un siluro dalla distanza degno del suo idolo Nedved per il 2-0 finale. Gli Europei del 2001 non sono più un miraggio. Ora la capolista Galles è a 3 punti (13). Vincere tutte le gare (Bosnia e Galles) ed arrivare al primo posto (o tra le migliori 4 seconde dei gironi) è possibile. Con Okaka e i suoi fratelli italiani, d’ora in poi l’Under 21di sicuro non andrà più in bianco.
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