venerdì 12 settembre 2014
Parla la "guida" del Teatro Lirico di Cagliari. "Lo spirito sardo contempla di per sé la musica e il canto che sono parte viva del patrimonio dell’isola".
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Quando si chiede al soprintendente del Teatro Lirico di Cagliari, Mauro Meli, di raccontare la città affidandosi a un titolo del repertorio lirico, lui cita Così fan tutte di Mozart. “Nell’opera ascoltiamo il trio Soave sia il vento. Ecco il vento è una delle caratteristiche di Cagliari insieme con la luce, l’azzurro del cielo e il mare. E l’anima popolare della comunità è segnata dai suoni”.

Dottor Meli, quale volto di Cagliari emerge osservandola dal suo teatro? “Abbiamo un territorio dal potenziale straordinario che può offrire all’Italia e all’Europa una cultura millenaria. E anche il nostro bagaglio musicale è fuori del comune. Il Teatro Lirico è uno dei quattordici teatri di Stato italiani. E’ uno dei più grandi della Penisola ed è al terzo posto nel Paese per numero di abbonati dopo il Teatro alla Scala di Milano e il Regio di Torino. Ciò mostra come il Lirico sia molto amato dalla città”.

Come spiega questo attaccamento? “Cagliari è una città curiosa. Inoltre è una comunità dai tratti musicali. E lo spirito sardo contempla di per sé la musica e il canto che sono parte viva del patrimonio dell’isola. Di fatto si tratta di un popolo sensibile all’arte”.

La musica è di tutti qui? “Appartiene alla gente. Il comprensorio pullula di associazioni musicali, bande o gruppi. Musicisti amatoriali e professionisti vanno a braccetto. Poi non va dimenticato che qui abbiamo lo strumento musicale polifonico più antico del Mediterraneo: è il launeddas, strumento a fiato dal timbro celestiale che richiede notevoli abilità virtuosistiche”.

Come valuta la sfida di Cagliari per diventare Capitale europea della cultura nel 2019? “Soltanto il progetto di far sì che le istituzioni si riavvicinino fra loro intorno al fattore cultura vale la competizione. Inoltre il titolo europeo può dare visibilità internazionale alla città che diventerebbe un palcoscenico internazionale dove i turisti appassionati di cultura potrebbero trovare eventi tutto l’anno”.

E il Lirico come legge la corsa europea? “Un assaggio di ciò che potrebbe dare ed essere Cagliari se venisse scelta come la Capitale europea della cultura nel 2019 è stata la Turandot di Giacomo Puccini andata in scena questa estate. Le scene sono state affidate allo scultore cagliaritano Pinuccio Sciola, il teorico del paesaggio sonoro e l’inventore delle pietre musicali che sono presenti in giro per il mondo e anche all’Auditorium Parco della musica di Roma. E’ stata un successo”.

Anche la danza è parte della tradizione sarda. “E’ un’arte molto diffusa. Non c’è villaggio intorno a Cagliari che non dedichi alla danza più serate all’anno o abbia un gruppo di danzatori che sono spesso amatori ma hanno interessanti capacità”.  

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