domenica 21 giugno 2020
La riflessione del teologo Hovorun su Habermas, Eco, Berger e la fede post-secolare
Un fermo immagine dell'intenzione di preghiera per il mese di gennaio 2016 di Papa Francesco

Un fermo immagine dell'intenzione di preghiera per il mese di gennaio 2016 di Papa Francesco - Ansa

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La Fondazione per le scienze religiose (Fscire), istituto di ricerca presieduto da Alessandro Pajno e diretto da Alberto Melloni pubblica sui social di Fscire, dal 22 al 25 giugno le conferenze dell’European academy of religion 2020 (Euare) su “The power of religion – Religion and power”. I video sono consultabili sul sito (QUI), sul canale Youtube (QUI) e sui social: Fscire FB: @fondazionescienzereligiose | TW: @fscireIT | IG: @fscire.it | YT: fscireTV, European Academy of Religion FB: @EuropeanAcademyofReligion | TW: @eu_are

Il Piazza Grande Religion Journalism Award è stato conferito a Federica Tourn. La giornalista italiana ha partecipato al contest con Dio dietro le sbarre, il suo potente reportage sulla discriminazione religiosa nelle carceri italiane pubblicato su «Jesus» nel luglio del 2019. La giuria ha, inoltre, assegnato tre menzioni speciali: al giornalista austriaco Gerald Drißner per Kolossale Ambitionen einer kleinen Stadt (Le colossali ambizioni di una piccola città, pubblicato su CREDO), a László Szőcs, ungherese, per Megtalált jegygyűrű (Un anello nuziale recuperato, pubblicato su Magyar Nemzet) e all’italiana Chiara Zappa per Papa Francesco ad Abu Dhabi: La Chiesa in terra araba, pubblicato su «Avvenire».

Anticipiamo la prima parte dell’intervento, del teologo Cyrill Hovorum, direttore dell’Istituto ecumenico Huffington, sul tema “Politicization of religion. Eastern christian cases”. Gli altri interventi sono di Scott Appleby, Kristina Stoeckl e Susanne Schröter.

Ricordo due incontri personali che hanno a che fare con la mia presentazione all’Europea acedemy of religion. Il primo avvenne nell’ottobre 2013 con Umberto Eco a Yale, e l’altro nel marzo 2015 con Peter Berger nel suo alloggio di Boston. Entrambi parlarono di religione da una prospettiva secolarizzata, e le loro opinioni sulla questione erano diverse. Eco si espresse con sorprendente scetticismo riguardo a un dialogo fra religiosi e secolari. Era scettico persino sul suo stesso libro di conversazioni col cardinal Martini. Per usare le sue stesse parole, la cosa migliore di quei dialoghi fu l’opportunità di condividere del buon Scotch col cardinale. Allo stesso modo, semi-seriamente, Eco ha dichiarato di aver studiato Tommaso d’Aquino da giovane e di essere così diventato non credente. L’approccio di Berger alla religione era diverso. Approssimativamente nello stesso momento, mentre Eco studiava Tommaso, Berger propagandava la fine della religione. Nel 1968, dichiarò notoriamente sul “New York Times”: «Nel ventunesimo secolo, i credenti si troveranno probabilmente solo in piccole sette, raggomitolati insieme per resistere alla cultura secolare mondiale». Nel 1999, giacché il giorno del giudizio che aveva predetto per la religione nel 1968 si avvicinava, Berger riconobbe pubblicamente in The desecularization of the world, che la sua predizione era falsa. Quando ci incontrammo a Boston, ripeteva continuamente che la religione è affascinante.

Questi due approcci alla religione sono differenti o addirittura opposti, eppure convergono su ciò che Jürgen Habermas ha chiamato post-secolarizzazione. Lui la immaginava come un coinvolgimento comunicativo fra le persone religiose e non religiose. Altri pensatori presentano la postsecolarizzazione come il ritorno della Chiesa sulla pubblica piazza. Per alcuni, essa somiglia più al momento in cui le chiuse di una diga vengono sollevate e un potente corso d’acqua irriga i torrenti inariditi. L’acqua che riempie i canali, ad ogni modo, non è limpida e calma. È carica di fango. Il sottotitolo del sunnominato volume di Berger è: Resurgent religion and world politics. Questa volta Berger aggiusta il tiro: non solo la religione è risorta, ma anche la politica religiosa e, aggiungerei, la religione politicizzata. Esplorerò forme antiche e moderne di questa religione nella mia presentazione. Fatalmente, poche settimane prima che Habermas dichiarasse nell’ottobre 2001 l’alba dell’era post secolare, fondamentalisti religiosi distrussero le Torri gemelle a New York. Molti sentirono allora che il terrorismo di matrice religiosa sarebbe stato l’altra faccia della postsecolarizzazione.

A quanto pare, la postsecolarizzazione ha molti altri lati nascosti. La collaborazione pienamente consensuale di Chiese cristiane con regimi populisti neoautoritari del dopo Guerra fredda, ad esempio, potrebbe essere un altro grave effetto collaterale della post secolarizzazione. Vediamo questa collaborazione, ad esempio, nell’America di Trump e nella Russia di Putin. Era questa la consuetudine dell’era presecolare, quando le Chiese non potevano pensarsi separatamente dai regimi politici, anche se questi erano omicidi e tirannici. La secolarizzazione ha impartito alle Chiese una lezione di cautela nello scegliersi i partner politici, ma esse tendono a dimenticarla presto. Cionondimeno i vecchi e nuovi casi di abuso di potere causati dalla politicizzazione della religione non significano che le chiuse debbano essere calate. In questo modo l’acqua scorrerà via, ma il fango rimarrà. Significa che l’acqua dovrebbe essere filtrata separandola dal fango. Istituzioni politiche forti e indipendenti emerse in età secolare possono filtrare l’acqua. Solo se la religione viene filtrata separandola dal fango della politicizzazione, potrà impegnarsi in un dialogo significativo con la società moderna: un tale dialogo era stato immaginato da Habermas, Eco e Berger.

(traduzione Carlotta Giametta)

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