lunedì 5 maggio 2014
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La riscoperta della forza e della durata di uno scrittore avvengono anche attraverso una nuova lettura di tutta la sua opera. La ripubblicazione, sistematica e attenta, in questi anni, dei romanzi e delle pagine di saggistica di uno scrittore del calibro del francese Romain Gary da parte della casa editrice Neri Pozza ha permesso di riconsiderare anche dal punto di vista critico la posizione da "irregolare" che lo scrittore aveva sempre assunto, al punto da arrivare a "beffare" la società letteraria francese, "segreto" che verrà svelato solo dopo la sua morte, quando nel 1975 pubblica, con lo pseudonimo di Emile Ajar, La vita davanti a sé, che nello stesso anno, vince il Prix Goncourt. Ripubblicato in italiano, dopo una prima uscita da Rizzoli, subito dopo la pubblicazione in Francia, da Neri Pozza nel 2005 si è dimostrato un "long-seller", tanto che, in meno di dieci anni, ha venduto ad oggi centomila copie e ha fatto sì che si conoscesse in modo più approfondito la sua opera che annovera più di un capolavoro. Anticipatore dei temi della multiculturalità, racconta la storia di Momo, un ragazzino arabo che viene accudito da una prostituta ebrea, Madame Rose. Gary ce li restituisce come due figure forti e autentiche che consumano il loro bisogno di amore vero in un condominio della periferia francese, in un sodalizio dove il desiderio e la gioia della vita sono più forti delle tragedie e dei legami di sangue.Romain Gary in realtà è lo pseudonimo di Romain Kacev, che era nato l’8 maggio 1914, proprio cento anni fa, in Lituania, figlio naturale di un’attrice, ebrea russa fuggita dalla rivoluzione, e di Ivan Mosjoukine, la più celebre vedette, insieme a Rodolfo Valentino, del cinema muto. Un legame con l’ebraismo che lo scrittore aveva voluto vivere in modo assolutamente libero, tanto da dichiarare: «Sarei razzista se dicessi di essere legato agli ebrei da vincoli di razza e di sangue. Non è questo ciò che sento. Sono legato a loro in maniera molto più definitiva attraverso il senso stesso delle mie opere; l’umorismo dei miei libri è tipicamente ebraico». Lo dimostrano anche i racconti che l’editore Neri Pozza manda in libreria in occasione di questo anniversario con il titolo Una pagina di storia e altri racconti. Pubblicati nel 1962, subito dopo aver lasciato il mondo della diplomazia, ci raccontano in un’ottica estremamente coerente situazioni e mondi attraversati dallo scrittore, mettendo in scena soprattutto il momento in cui nella vita un individuo si trova a dover metter in discussione tutto di sé di fronte alle catastrofi e alle vergogne. Lo fa usando un tono beffardo e ironico, in racconti che ci mettono in scena uomini ricchissimi, collezionisti d’arte, cultori dell’autenticità che si trovano a dover subire dal destino un amarissimo scacco matto o soldati di Hitler che hanno come unico obiettivo quello di distruggere un tranquillo paesino dei Carpazi, non sapendo di essere strumento di una crudele vendetta per ragioni personali. A trent’anni, Gary è già un eroe di guerra, tanto che gli viene conferita la Legione d’Onore e scrive un romanzo, pubblicato nel 1945, che dà avvio alla sua avventura di scrittore, Educazione europea, ritenuto da Sartre il miglior testo sulla Resistenza. Racconta la vita dei partigiani polacchi, nascosti nelle foreste di Vilnius e su tutti troviamo la figura di un ragazzo, Janek, che conosce il volto spietato della guerra, il suo orrore, la durezza dei combattimenti, il freddo, la fame e i tradimenti, ma senza provare mai sentimenti di odio verso il nemico. È uno dei temi centrali di un romanzo ancora oggi memorabile, tanto da essere interpretato in un suo famoso libro, Memoria del male, tentazione del bene da Todorov che mette in luce come non ci sia nel testo la necessità né di un tentativo di "eroicizzazione" della Resistenza e nemmeno quello di sottolineare l’odio nei confronti del tedesco in quanto nemico. A lui interessa solo la grandezza dell’uomo e una grande speranza, quella di una nuova Europa, che riesca finalmente a ritrovare nuovo slancio, oltre il male.Sono elementi a suo favore che gli si aprono le porte della carriera diplomatica. Tutto era stato previsto dalla madre, come racconta Gary in La promessa dell’alba, romanzo del 1960, struggente nel far rivivere una figura che è sempre stata centrale nella sua vita, che prende avvio dalla "promessa", fatta da piccolo, all’alba appunto della sua vita, tornare un giorno a casa dopo aver strappato vittoriosamente il possesso di questo mondo ai potenti e ai malvagi. Oggi Gary ci pare un personaggio chiave della letteratura francese del secondo Novecento, un assoluto protagonista, che non si è mai allineato alle mode correnti dei tempi, ma ha sempre avuto un’attenzione forte ad una tensione utopica, quella dell’autenticità verso se stesso e il destino dell’uomo. Del resto ha sottolineato e dichiarato più volte che «l’unico sacro obbligo che attribuisco all’arte e alla letteratura è la ricerca di valori "veri". Credo che per uno scrittore che si misuri con la ricerca della verità non ci sia niente di più importante».
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