martedì 7 marzo 2023
Il Papa lo aveva annunciato a dicembre. Ieri la cerimonia di consegna al rappresentante dell'arcivescovo ortodosso di Atene. Il cardinale Vérgez: "Un segno di fratellanza e di pace"
La firma dell'accordo di restituzione dei frammenti del Partenone

La firma dell'accordo di restituzione dei frammenti del Partenone - Vatican Media

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Tornano a casa dopo due secoli tre frammenti del Partenone custoditi nei Musei Vaticani, che li avevano acquisiti regolarmente nel XIX secolo. La restituzione, promessa dal Papa nel dicembre scorso, è avvenuta ieri nel corso di una cerimonia in Vaticano, in cui è stato firmato l'accordo di riconsegna, presenti il cardinale Fernando Vérgez Alzaga, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, Papamikroulis Emmanouil, rappresentante dell'arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, Ieronymos II; dell'onorevole Styliani-Lina Mendoni, ministro della Cultura e dello Sport della Repubblica Ellenica, e di Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani.

Il gesto si inserisce nel cammino ecumenico intrapreso da Francesco con la Chiesa ortodossa di Grecia, come segno di fratellanza e di pace. Il 24 marzo prossimo ci sarà ad Atene una analoga cerimonia di accoglienza e integrazione dei tre frammenti.

In particolare, si tratta della testa di un cavallo, parte del frontone raffigurante la disputa tra Atena e Poseidone per il dominio dell'Attica; della testa di fanciullo portatore di focacce, nella processione delle Panatenee, festa che ricorda la fondazione della capitale greca e che si trovava nella cella che custodiva la statua crisoelefantina, cioè in avorio e oro di Atena Parthènos, scolpita da Fidia; e infine della testa virile barbuta, probabilmente una delle metope del lato meridionale del tempio con la figurazione della centauromachia, ovvero la lotta dei Centauri contro i Lapiti.

Il Partenone, simbolo della Grecia antica, sorge sull’Acropoli di Atene ed è opera di Fidia, che realizzò anche lo scultore delle decorazioni. Voluto da Pericle, fu edificato tra il 447 e il 432 a.C.

"Questa donazione è un gesto di pace in questo momento storico così segnato dalle guerre", ha affermato il cardinale Vérgez, durante la cerimonia di ieri. Questo gesto - ha proseguito il porporato - vuole gettare ponti di fraternità e manifestare al mondo che esiste sempre e comunque una via per il dialogo e la pacificazione. Come auspichiamo possa avvenire nel conflitto in corso in Ucraina".

Da parte sua Papamikroulis Emmanouil, in rappresentanza dell'arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, Ieronymos II, ha auspicato che il gesto del Papa “trovi anche altri imitatori. Il Papa ha dimostrato che ciò è possibile e realistico".

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