sabato 20 giugno 2009
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Il mondiale Formula 1 così come lo co­nosciamo oggi è finito. Non esiste più. Lo hanno deciso le scuderie riunite nella Fo­ta: gli otto team che si oppongono alla rivo­luzione di Mosley hanno varato un campio­nato alternativo per la prossima stagione, e per tutta risposta la Fia, in un comunicato, oltre a minacciare denunce alla Ferrari, per non aver rispettato gli accordi contrattuali, minaccia altre ritorsioni. Insomma, è un pasticcio completo e gli ani­mi si accendono. Tanto che, come dice Fla­vio Briatore, responsabile della Renault, non si capisce il perché di certe cose: «La Fia do­veva annunciare ieri le nuove scuderie che avrebbero partecipato al mondiale 2010, in­vece non lo ha fatto. Le iscrizioni sono “con­gelate”. Siamo stupiti che dopo mesi di trat­tative si sia finiti a questo punto, oltre che molto delusi: negli ultimi mesi siamo stati sempre minacciati da questi nuovi team e nel giorno della scadenza non si è visto nien­te. Inoltre non si può credere di gestire que­sto sport a suon di comunicati». Le perplessità aumentano anche di fronte alla testardaggine di Mosley che nota «con disappunto, ma non sorpreso, l’incapacità della Fota di raggiungere un compromesso nell’interesse dello sport ed è chiaro che al­cuni elementi interni (riferimento alla Fer­rari, ndr) abbiano lavorato contro durante il lungo periodo di trattative e non abbiano af­frontato le discussioni in buona fede». Per poi lanciare l’affondo: «Gli avvocati del­la Fia, dopo aver esaminato il comunicato dei team sulla nascita di una serie alternati­va, credono che questa azione della Fota, e della Ferrari in particolare, sia una seria vio­lazione degli obblighi di legge, compresa la violazione delle relazioni contrattuali. La Fer­rari è diretta responsabile di questa infra­zione e la Federazione aprirà una azione le­gale senza alcun indugio». In precedenza il comunicato delle scuderie poneva l’accento su un altro aspetto, finora meno conosciuto ma molto importante: «È dal 2006 che la società detentrice dei diritti commerciali ha trattenuto milioni di dolla­ri non distribuendoli ad alcuni team» fa­cendo chiaramente capire che quei soldi, ol­tre ad essere stati trattenuti indebitamente, sono serviti anche come arma di pressione nei confronti dei team in difficoltà, costret­te ad accettare certe norme e certe clauso­le. Il riferimento a Williams e Force India, che hanno aderito al campionato Fia senza indugi, è la dimostrazione di come queste squadre finora sono esistite perché qualcu­no ha pagato i debiti e oggi chiede conto di quanto versato. Insomma, si avanza il dub­bio di una F1 gestita sul filo del ricatto e dei mancati pagamenti. E qui la materia diven­ta ampia oltre che difficilmente controllabi­le da queste pagine: gli accordi firmati sono noti solo agli interessati, quindi tutto il resto sono solo speculazioni giornalistiche. La Ferrari, però, aveva visto riconosciuto dal­la Corte d’Appello di Parigi la validità di una norma contrattuale che la Fia non aveva ri­spettato: il ricorso di urgenza fu rigettato, ma non il disconoscimento di questa clau­sola. Insomma, se parte il Mondiale alter­nativo, il lavoro agli avvocati non mancherà. Ma come far partire una nuova serie in po­co tempo? «La decisione è stata presa sol­tanto giovedì notte - dice Martin Withmar­sh della McLaren - nei prossimi giorni cer­cheremo le soluzioni migliori. Le possibilità non mancano visto che abbiamo avuto l’ok dagli sponsor e dai costruttori». Insomma, si può fare, per dirla alla Obama, ma c’è il problema delle gomme. La Bridgestone ha un accordo di fornitura in esclusiva fino al 2010, e non potrà dare le gomme alla F1 dei costruttori: «Nessun problema, la Michelin (che con la Fia aveva un contenzioso aper­to) sarebbe ben lieta di fornire le gomme, di­ce una fonte ben informata. Risolto il pro­blema delle gomme, presa la decisione di fa­re un Mondiale alternativo, sarà facile trovare le piste e metterci le macchine. Intanto oggi in scena le prove ufficiali a Sil­verstone ( Vettel miglior tempo nelle libere): nella Formula caos quasi non te ne accorgi.
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