giovedì 31 marzo 2016
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Il più celebre verso dedicato ad Aprile è all’inizio di ' La terra desolata' di Thomas Stearns Eliot (St. Louis 1888 - Londra 1965), con quel felicissimo e inquietante attacco «Aprile è il mese più crudele». Da quasi un secolo, precisamente dal 1922 quando il poema venne pubblicato, il verso è assurto a fama mondiale per la magia che possiede di muovere un’interrogazione: perché Aprile è il mese più crudele? Dovrebbe essere il mese che porta la primavera, il suo consolidarsi; un mese che richiama versi petrarcheschi e immagini botticelliane. E invece dolente, cupa e altissima segue la spiegazione della crudeltà: «Aprile è il mese più crudele/ nel far nascere lillà dalla terra morta,/ nel mischiare ricordo e desiderio,/ nel ridar vita a disseccate radici con la pioggia di primavera». Dopo queste parole si apre, per centinaia di versi stesi in cinque sezioni, tutto il più famoso poema del Novecento, a partire dal quale la poesia contemporanea ha cambiato volto (mutuando da Eliot modi e forme e stilemi, al punto da spingere a dire che, dopo di lui, non esiste più poesia che non sia in qualche misura eliottiana); per connettersi, con infiniti richiami e rimandi, ad antichi culti e culture, sempre con tono di sofferenza legato alla rinascita della morta natura, o all’inquietudine dell’anima, portate da Aprile. Sennonché non cominciava così ' La terra desolata'. Iniziava con altri 55 versi di tutt’altro tono, che raccontavano una… notte di sbronza e di vagabondaggi di un gruppo di ragazzi nella Boston d’inizio ’900: esperienza che il severo e sofisticato Eliot, che aveva vissuto quegli anni in quei luoghi, potrebbe anche aver avuto di persona. Qual era la strofa iniziale? «Per prima cosa ci facemmo un paio di aperitivi da Tom, dal vecchio Tom: strafatto fino agli occhi, cotto»; altro che il crudele aprile. La nottata proseguiva bevendo in altri bar e con una visita al bordello, dalla cui tenutaria i ragazzi vengono cacciati; e poi ancora giocando e rincorrendosi nelle strade di Boston, dove venivano fermati da un poliziotto intenzionato a portarli in centrale per disturbo alla quiete pubblica, dissuaso tuttavia dal farlo per l’intervento di un amico irlandese; fino a che arrivava l’alba e ognuno se ne tornava a casa. Dominava in tutta la scena un tono farsesco, caro all’Autore e che sarà presente in altre poesie. Ma dominava anche una lingua sconosciuta, l’inglese popolare della lower class parlato nella Boston di un secolo fa, pieno di voluti errori di grammatica e di sintassi, oltre che delle interiezioni tipiche degli ubriachi. Lo stesso titolo della prima sezione ' L’ufficio di sepoltura dei morti' era: ' Lui sanno imitare tutte le voci dei poliziotti'. 'Lui sanno', proprio così e non 'lui sa', come vorrebbe la concordanza, proprio al fine di rendere una sintassi sgangherata. Solo dopo l’alba, col ritorno di tutti a casa, entrava il crudele Aprile. Fu Ezra Pound a far cancellare a Eliot i 55 versi di quest’attacco (casualmente ritrovati alcuni anni dopo la morte del poeta). Probabilmente ' La terra desolata' ne guadagnò. Pound fece anche sostituire la citazione iniziale, che Eliot avevo letto in un romanzo da qualche anno in circolazione in Inghilterra, scritto da un polacco il quale aveva reinventato la lingua dei marinai, imparata lavorando sulle navi. Si chiamava ' Cuore di tenebra' e nello scriverlo Joseph Conrad avrebbe regalato alla letteratura mondiale un capolavoro (cupo e onirico, misterioso e sanguigno) destinato ad approdare, con determinate traslazioni spaziotemporali, nel film di Francis Ford Coppola ' Apocalypse now', dove a Marlon Brando, nelle vesti di Kurtz, verranno fatti recitare altri versi, sempre di Eliot. Su Aprile aveva forse ragione Pound, sulla citazione no, Eliot aveva capito in anticipo la grandezza di ' Cuore di tenebra'; ma volle accontentare l’amico e la sostituì, benissimo, con un’altra, presente nel ' Satyricon' di Petronio. Così le radici culturali bagnate dalla pioggia del crudele aprile, che mischia ricordo e desiderio, penetrano e si allungano nel Novecento, passando dalla narrativa, alla poesia, al cinema. E non è male ricordare oggi in quale forma erano state originariamente pensate, e coltivate, nella mente dell’Autore. © RIPRODUZIONE RISERVATA La celebre affermazione sul mese ha reso famoso il primo verso di “La terra desolata”. In realtà il poema iniziava con il racconto di una notte goliardica di studenti bostoniani: fu Ezra Pound a consigliarne il taglio
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