Nessuna rivalità, ma un "patto di ferro" che ha permesso all'Italia di portare sul podio del 93esimoGiro due corridori di casa. Ivan Basso, all'indomani del suo secondo trionfo nella corsa rosa, incorona Vincenzo Nibali, il compagno di team che nella classica delle corse a tappe nemmeno doveva esserci e che invece, non solo ha contribuito al successo di Basso, ma ha chiuso il Giro al terzo posto. «Nibali è un ragazzo che dall'anno scorso a quest'anno ha avuto una crescita incredibile - dice Basso - e nei prossimi anni terrà alto il nome dell'Italia nelle più importanti corse: ha un futuro grandioso davanti a sè».Ai grandi dualismi del ciclismo Basso preferisce l'amicizia con Nibali: «Speriamo che invece del dualismo ci sia un successo a testa per me e Nibali nei prossimi Giri: è stato bello vedere me e lui, così. Non so se la gente avrebbe preferito vedere una guerra sportiva tra due atleti o un patto di ferro tra due corridori che si sono aiutati fin dall'inizio». Ed è proprio sullo spirito del gruppo che Basso ha fondato e costruito il suo successo. «La Liquigas al Giro è stata la squadra più forte, la più compatta - dice il vincitore della corsa rosa -, ci sono ragazzi fantastici, così come tutto lo staff. Io sono grato a questo gruppo perchè mi ha dato fiducia due anni e mezzo fa quando mi ha accolto, e siamo arrivati a questo successo costruito da allora».Passata la festa per la vittoria in rosa, Basso ora guarda al prossimo obiettivo: il Tour. Nella corsa a tappe francese il corridore di Gallarate avrà però un rivale molto impegnativo: lo spagnolo Contador. «È un fuoriclasse, di campioni così ne nascono uno ogni cinquanta anni - dice del madrileno Basso -, havinto tutte le grandi corse a tappe che ha fatto. Io comunque vado al Tour con un'ambizione molto grande e una sicurezza maggiore rispetto a prima del Giro. Non parto battuto, vado con la convinzione di fare molto bene, proveremo a contrastare la superiorità di Contador».