mercoledì 21 maggio 2014
COMMENTA E CONDIVIDI
Con quel nome un po' così (spesso storpiato con l'accento sulla i), e incasellata in un sistema complesso di autostrade e "bretelle" che sta stravolgendo la viabilità lombarda, la Brebemi non ha finora goduto (come fa notare il suo stesso presidente, Francesco Bettoni), di grande attenzione sui mezzi di comunicazione. ​Ma il prossimo 22 luglio, forte anche del premio vinto quest'anno come miglior progetto europeo in project financing (costata 1,6 miliardi, si è autofinanziata), la A35 Brebemi, che collegherà Brescia a Milano, con puntualità rispetto al programma aprirà i suoi caselli a un traffico stimato in 60mila veicoli al giorno.

In quei 62 chilometri (che andata e ritorno si raddoppiano) si concentra il moderno concetto di autostrada: sottopassi e illuminazione a led, rilevatori e allarmi di veicoli fermi o contromano, una centrale operativa aprte a 365 giorni all'anno per gestire ogni emergenza. Tutto in coincidenza, almeno in parte, del tratto iniziale dell'antica via Argentea battuta dai romani, che dal cuore di Milano (la porta Argentea all'altezza di piazza San Babila) portava attraverso la pianura lombarda, il Veneto, il Friuli, fino ad Aquileia e oltre, probabilmente fino ad alcune miniere d'argento nell'attuale Slovenia.

(vai al tracciato in versione originale)
Si è iniziato a costruire la Brebemi, nel 2009, dopo dieci anni di studi e progettazioni, contemplando anche la valorizzazione del patrimonio paesaggistico circostante. Un esempio sono i tre ponti sui fiumi Adda, Serio e Oglio, ma anche i 35 chilometri di viabilità ordinaria, comprensivi di pista ciclabile, che integrano il progetto. Un occhio al territorio è dato anche dalla scelta di vendere, nelle aree di servizio la cui costruzione è prevista a Caravaggio (Adda Nord e Adda Sud) e Chiari, di prodotti locali. A chilometro zero. Zero come il finanziamento pubblico. Se non per il nome, almeno la si ami per questo. 

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI