lunedì 27 ottobre 2014
Commento al campionato dopo l'ottava giornata di Serie A. (Massimiliano Castellani)
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Effetto Bayern Monaco sulla Serie A. Il 7-1 dei tedeschi sulla Rometta del villagio vacanze Garcia ha subito stimolato i ragazzini di Zeman che ne hanno rifilati quattro in trasferta all’altro laboratorio sperimentale di Empoli. All’indomani al San Paolo il Napoli si riscopre macchina da gol e chiude set e partita con il Verona con un 6-2 che scaccia via anche le ignobili aggressioni degli ultrà subite dopo la sconfitta in Svizzera (2-0 contro gli Young Boys) in Europa League. Speriamo che non siano le prove tecniche della solita sporca dozzina in vista del derby del terrore, più che del Sud, il prossimo Roma-Napoli che si disputa sabato 1 novembre. Nei giorni in cui si venerano i defunti giova ricordare il tifoso napoletano Ciro Esposito assassinato prima dell’ultima finale di Coppa Italia e poi la tragica e fatale fine di papà Stefano e Cristian De Amicis, stroncati in un incidente stradale dopo avere assistito all’Olimpico a Roma-Bayern. Che sia lieve la terra a tutti loro. Tornando ai campi qualcosa si muove dalla Juve in giù. I bianconeri dopo il passo falso di sirtaki ad Atene, sconfitta con l’Olympiacos nella inaccessibile Champions, tornano subito a squillare con i due incompresi: Llorente e Vidal archiviano la pratica Palermo. La Roma stecca e va in bianco contro una Samp generosa e difensiva che incarna alla perfezione lo spirito arcigno e il “non mollare mai” di Sinisa Mihajlovic. Quel qualcosa che si muove oltre ai doriani è il calcio razionale dell’Udinese: le reti del vecchio Totò Di Natale lanciano in terza fila i friulani e contribuiscono alla riabilitazione d’immagine dell’allenatore ragazzino Andrea Stramaccioni. Occhio alla Lazio di Pioli, con il Torino quarta vittoria di fila, gol alla Maradona del compasso umano Biglia e poi primo sigillo stagionale di “Mito” Klose. Il Milan manca l’esame di maturità, opposto alla scapigliatura Fiorentina Pippo Inzaghi deve accontentarsi del punticino. Solito tormentone settimanale: se Montella avesse almeno uno sano tra Pepito Rossi e Mario Gomez, l’estetica banda del tiki-taka all’italiana potrebbe fare molto di più. Deve assolutamente fare di più il Parma di Donadoni, triste fanalino di coda dopo la resa nel derby emiliano con il Sassuolo. Patron Ghirardi offre altre due chance al tecnico, decisive per lui e anche per il Parma le sfide con Torino e Inter. E a proposito di Inter, dopo una settimana di cattivi pensieri e anche di quelle cattive parole che spesso rovinano l’esistenza, è arrivato un brodino caldo dalla trasferta di Cesena. Questa volta la lotteria dei rigori dubbi premia l’Inter, Icardi trasforma, Mazzarri tira un sospiro di sollievo (Thohir l'indonesiano e non il "filippino" come vorrebbe Ferrero, esulta in poltrona da Giacarta). Chi invece resta ancora in apnea è il piccolo Chievo. Il cambio in panchina, fuori Corini dentro Maran, sortisce lo stesso risultato: la sconfitta, ed è la sesta in otto giornate. Comprendiamo il silenzio stampa prolungato di patron Campedelli.

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