giovedì 23 luglio 2015
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Settembre 2008 Dopo un incidente stradale, Vincent Lambert, infermiere in un reparto di psichiatria nella Champagne, è ricoverato in uno stato di coma profondo.

Luglio 2011 Trasferimento a Liegi, in Belgio, in un noto centro che attesta uno stato di «coscienza minima più», raccomandando di cercare di stabilire un codice di comunicazione con Vincent.

Settembre 2012 Vincent, ritrasferito in Francia, lascia l’ospedale di Reims, condotto dalla famiglia per qualche giorno nel Sud della Francia.

Ottobre-dicembre 2012 Stop delle cure di kinesiterapia (contro il parere dei familiari) e “riflessione medica collegiale” per verificare se c’è «ostinazione irragionevole» nelle cure.

Aprile 2013 Con il consenso della moglie, ma senza avvertire gli altri familiari, si arresta l’alimentazione e riduce l’idratazione. Dopo 16 giorni, un fratello scopre la situazione e avvisa i genitori.

Maggio 2013 I genitori e due fratelli sporgono denuncia per tentato omicidio. Il Tribunale amministrativo regionale locale ordina di ristabilire l’alimentazione.

Gennaio 2014 L’«ostinazione irragionevole» è ravvisata dopo una nuova procedura medica collegiale. Nuovo stop dell’alimentazione, subito annullato dal Tar.

Febbraio-giugno 2014 Il ricorso della struttura ospedaliera al Consiglio di Stato dà ragione ai medici che chiedono l’interruzione dell’alimentazione e idratazione del paziente.

Giugno 2014-giugno 2015 Ricorso dei genitori alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo.

5 giugno 2015 La Corte europea di Strasburgo, esauriti i gradi di giudizio dei tribunali francesi, appare come l’ultima spiaggia e afferma che l’uomo va lasciato morire. È «lecito» – dicono – lo stop all’alimentazione e all’idratazione del 39enne, in stato di «coscienza minima» dal 2008. Ma i legali dei genitori non si arrendono e presentano un nuovo ricorso, rigettato però il 6 luglio sempre dalla Corte per i diritti umani.

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