venerdì 21 febbraio 2014
COMMENTA E CONDIVIDI
Dopo due anni e mezzo di ministri "tecnici" torna un politico alla guida del dicastero di via Arenula. Ligure, è nato alla Spezia, 45 anni, ministro dell'Ambiente nell'esecutivo Letta, Andrea Orlando ha cominciato a far politica giovanissimo; e i temi della giustizia li conosce visto che è stato responsabile del settore per il Pd per tre anni, su nomina di Pierluigi Bersani,e componente della Commissione Giustizia della Camera.   Il suo esordio in politica nel 1989 come segretario provinciale della Fgci. Nel 1990 viene eletto nel consiglio comunale nella sua città; nel 1997 è assessore prima alle attività produttive, poi alla pianificazione territoriale. Nel 1996 l'approdo in Parlamento nelle liste dell'Ulivo. Tra i fondatori del Pd, nel 2007 ne diventa il primo responsabile dell'Organizzazione. Rieletto deputato nel 2008 per il Pd, è componente delle commissioni Bilancio e Antimafia, e viene quindi nominato portavoce del Pd da Walter Veltroni, incarico confermato da Dario Franceschini. Tra i suoi tanti ruoli anche quello di commissario del Pd di Napoli. Da ministro dell'Ambiente Orlando ha dovuto affrontare dossier scottanti: portano la sua firma il decreto sulle emergenze ambientali ed industriali per Terra dei fuochi e Ilva, la legge (ancora da approvare in via definitiva) per fermare il consumo di suolo, il Piano per ridurre lo spreco alimentare.    Anche in via Arenula lo aspettano compiti tutt'altro che facili. La prima grana è la questione sovraffollamento delle carceri: l'Italia deve mettersi in regola entro maggio, per evitare una condanna da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo a pagare cifre enormi ai detenuti ristretti in condizioni disumane. Il Parlamento ha appena convertito in legge il decreto del governo Letta sulle carceri e la Consulta ha bocciato la Fini-Giovanardi sulla droga, atti che dovrebbero alleggerire la pressione sui penitenziari, ma che non sono certo risolutivi. Il nuovo premier si è detto contrario a un indulto, ma ritiene urgente una riforma della custodia cautelare, con cui il Guardasigilli si dovrà certamente misurare. Orlando dovrà anche decidere la sorte da dare al ddl sulla giustizia civile, approvato dal governo Letta e il cui iter parlamentare deve ancora cominciare: sul suo tavolo c'è già la richiesta degli avvocati, scesi in piazza ieri in diecimila, di revocare il provvedimento, contro il quale hanno proclamato tre nuove giornate di sciopero. Così come dovrà affrontare i nodi ancora aperti legati al taglio dei tribunali.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: