venerdì 7 giugno 2013
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​Sarebbe ingiusto «persino se fossero mille». Ma quando il conto è da 118mila euro, la questione dell’Imu diventa «uno scandalo, qualcosa di cui è impossibile fasi una ragione». A sollevarla era stata proprio lei, Stefania Fochesato, presidente della Fondazione Città della Speranza di Padova: «A dicembre scorso – ricorda – ci siamo trovati a dover pagare 89.400 euro per la nuova Torre della ricerca, un edificio inaugurato appena qualche mese prima e destinato a diventare il più grande polo europeo dedicato alla ricerca scientifica sulle malattie infantili».La vicenda finì su tutti i giornali e si concluse in maniera rocambolesca: Silvio Berlusconi in persona si fece avanti per staccare l’assegno (poi effettivamente versato dalle casse del Pdl) dicendosi «sdegnato» per l’odiosa tassa richiesta a simile fiore all’occhiello della ricerca italiana. «Un bel gesto, certo, che tuttavia non è servito a cambiare una situazione che considero gravissima – continua la Fochesato –: lo Stato si prende i soldi che le persone di buona volontà ci donano ogni anno per fare ricerca e dare futuro ai bambini malati». Sono i contributi di oltre 33mila cittadini ricavati dal 5 per mille e con cui la Fondazione manda avanti progetti e finanzia bandi: «Sono anche quei 113 euro che una scuola elementare di un piccolo comune veneto, Campiglia dei Berici, ci ha fatto avere rinunciando a caramelle e figurine per mezzo anno scolastico», continua la Fochesato. La rata da pagare nel 2013, per la fondazione padovana, è addirittura aumentata: «Vogliono 118mila euro. Aparole, sostengono la ricerca; di fatto, ci tolgono un progetto di quattro anni di studio – continua –. Ora speriamo che almeno il comune di Padova ci venga incontro con le aliquote, ma non nascondo che siamo in difficoltà».

E in grave difficoltà è anche Silvio Garattini, fondatore e direttore dell’Istituto farmacologico Mario Negri di Milano, che l’anno scorso ha versato al fisco 360mila euro di Imu: «Ho scritto personalmente al premier Letta per sollecitarlo sulla questione. Io questi soldi non so dove prenderli senza tagliare borse di studio e dilazionare il pagamento degli stipendi». Il Mario Negri ha avuto il “torto” di aver costruito due nuovi grandi edifici con laboratori e uffici per dare una possibilità di formazione per molti giovani: «Fra l’altro, abbiamo realizzato queste opere sulla base di un mutuo per cui, oltretutto, paghiamo una tassa per edifici che non sono ancora di nostra proprietà». Una beffa. Come quella che tocca sopportare alla Fondazione italiana per la ricerca sul cancro (200mila euro nel 2012) e all’altrettanto famoso Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (36.200): soldi versati per le strutture messe ogni giorno a disposizione dei malati di tumore.

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