martedì 21 agosto 2012
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​Cos'è e dov'è l'io? Affettività, relazionalità, cognitività, ragionamento pratico. «Sappiamo riconoscerne gli elementi che lo compongono, ma non sappiamo giustificare il modo con cui questi elementi sono tenuti assieme», spiega Andrea Moro, docente di linguistica generale alla Iuss di Pavia. Nell'incontro del Meeting di Rimini, Michele Di Francesco, preside della Facoltà di filosofia all'Università Vita-Salute San Raffaele sottolinea come anche le ultime tecniche di functional magnetic resonance imaging (fMri), che permettono di visualizzare in tempo reale l'attività cerebrale, non siano riusciti ancora a «rendere evidente l'io». «Nessuno è ancora riuscito a localizzare la coscienza», prosegue Giancarlo Cesana, docente di igiene all'Università di Milano-Bicocca, che cita una frase di don Giussani: «La libertà è sinonimo di amore e affezione, è identificata come possibilità incondizionata a scegliere; l'io non è quindi fine a se stesso, ma si costituisce anche grazie al legame con gli altri individui, all’interazione con l’ambiente, all’evoluzione, al cambiamento: non siamo vivi solo perché respiriamo aria, lo siamo soprattutto perché non siamo soli, perché riceviamo un’educazione che ci viene trasmessa da altri».
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