venerdì 12 giugno 2015
Il presidente della Cei in visita alla Sindone interviene sui migranti: sicurezza e legalità dovere preciso di uno Stato democratico, ma bisogna accogliere chi è disperato.
Bagnasco: legalità non significa chiusura
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"Sicurezza e legalità sono un dovere preciso di uno Stato democratico e civile ma questo dovere non può essere chiusura e non accoglienza verso chi è disperato". Così il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, a margine della sua visita alla Sindone. "Sicurezza e legalità sono un dovere preciso di uno stato democratico e civile - ha detto il cardinal Bagnasco dopo essersi fermato in preghiera davanti al Sacro Telo - ma questo dovere non può essere chiusura e non accoglienza verso chi è disperato. Sono doveri che vanno messi insieme e convivere - ha aggiunto - perché se una società si chiude nella paura e non garantisce la sicurezza per tutti non è una comunità di vita e di destini, ma un insieme di interessi dove vince chi è più forte".La visita alla Sindone. "È sempre una grande emozione e commozione contemplare il Telo della Santa Sindone che ci porta i segni della passione del Signore e ci fa toccare con le mani dell'anima la grandezza dell'amore di Dio". Così il presidente della Cei e arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco al termine della visita in Duomo dove si è recato con alcune centinaia di pellegrini della sua diocesi."Il messaggio dell'amore è sempre attuale, l'amore umano e tanto più l'amore di Dio - ha aggiunto il cardinale Bagnasco - ma oggi lo è inparticolare perché il nostro mondo occidentale, il nostro Paese e tutta Europa sono dominati dalla solitudine è da una visione individualistica che porta ciascuno a rinchiudersi in se stesso per paura, per angoscia, a essere soli".
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