sabato 17 gennaio 2015
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No a una legge simil-matrimonio, sì ai diritti individuali delle persone «che possono e devono essere garantiti a tutti indipendentemente dallo status personale» e che in gran parte vanno solo regolamentari meglio, essendo di fatto già previsti. Il Forum delle associazioni familiari è stato ricevuto in audizione nella commissione Giustizia del Senato, dove è in discussione il testo Cirinnà, che unifica le diverse proposte in materia di unioni civili. Un testo molto contestato - con forti perplessità che si registrano anche nel partito del Pd - perché di fatto sposa le posizioni più estreme, lasciando fuori, e neanche in maniera tassativa, la sola possibilità adozione.Il Forum quindi, rappresentato dal presidente Francesco Belletti e dal vice Simone Pillon, ha chiesto l’accantonamento del testo Cirinnà per riaprire in modo equilibrato e sereno la discussione, dichiarandosi favorevole al riconoscimento di diritti quali «l’assistenza sanitaria o penitenziaria, il diritto ad abitare nella casa comune in caso di decesso, il diritto alla prosecuzione del contratto di locazione». Mentre l’estensione di alcune prerogative ad oggi riservate ai coniugi (in materia di successioni, procreazione assistita, e reversibilità della pensione) necessiterà, ha chiesto il Forum, di «un esame approfondito per evitare di introdurre una disciplina analoga per le famiglie e per le unioni di fatto, come indicato dalla Corte costituzionale».Sul testo base, quindi, il giudizio delle associazioni familiari è «fortemente negativo», mentre altri disegni di legge all’esame della Commissione «sono molto più equilibrati e corrispondenti sia al dettato costituzionale sia alle reali esigenze delle relazioni affettive che ci si accinge a disciplinare». Secondo il Forum, inoltre, ci sono «profili di illegittimità costituzionale e la piena equiparazione in più disposizioni fra le unioni tra persone dello stesso sesso e la famiglia fondata sul matrimonio deve comportare la reiezione del testo per manifesta incostituzionalità».Peccato che proprio al momento dell’intervento del Forum la senatrice Monica Cirinnà abbia deciso di alzarsi ed abbandonare l’aula. «Evidentemente la relatrice non ha bisogno di contraddittorio», lamenta Belletti. Fra l’altro in commissione il Ncd - che più di tutti si era battuto perché fossero ascoltati anche i rappresentanti delle associazioni - lamenta con il capogruppo Maurizio Sacconi e con Carlo Giovanardi, capogruppo in commissione, una sproporzione nell’orientamento delle associazioni, essendo stati ascoltati, oltre al Forum, solo i Giuristi per la vita e Scienza&vita di impostazione a favorevole alla famiglia. Che rappresenta «la vera emergenza di cui lo Stato deve farsi carico», sostengono le associazioni familiari per il quale «sono urgenti politiche sociali».Fra le nuove associazioni ammesse ora in audizione, mercoledì toccherà al Comitato "Sì alla Famiglia", presieduto dal sociologo Massimo Introvigne, che ha realizzato un interessante lavoro di collazione di previsioni già vigenti che tutelano le convivenze. Ne è scaturito un corposo testo unico che è stato già consegnato ad un gruppo di parlamentari: 33 articoli divisi per capitoli (iscrizione anagrafica; assistenza socio-sanitaria; filiazione e procreazione; accesso alla casa), che viene in questi giorni presentato in giro per l’Italia.«L’attuale legislazione, insieme ai pronunciamenti della Consulta e le sentenze consolidate della Cassazione - spiega Alfredo Mantovano - già tutelano fra l’altro il diritto all’assistenza sanitaria da parte del partner, la successione nell’assegnazione degli alloggi popolari. L’accesso ai dati della cartella clinica è garantito poi da una sentenza del garante della Privacy, mentre apposite leggi tutelano persino i conviventi di vittime dell’usura o del terrorismo. Ma allora - conclude l’ex sottosegretario all’Interno, ora giudice presso presso la Corte di Appello di Roma - se le uniche questioni che restano fuori sono la reversibilità della pensione, la possibilità di adozione e la quota di legittima nell’eredità bisognerebbe dire con chiarezza quel che non si ha il coraggio di dire. E che cioè si vuole l’equiparazione tout court al matrimonio».
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