giovedì 13 aprile 2023
Il governo canadese ha finanziato la realizzazione di un libro illustrato destinato ai bambini per spiegargli la drammatica realtà della morte medicalmente assistita degli adulti, legale nel Paese
La copertina del libretto

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Il governo canadese finanzia la diffusione di un libro illustrato che spiega ai più piccoli come e perché gli adulti ricorrono alla «morte a richiesta». La grafica è semplice e accattivante: poche pagine, caratteri grandi, colori vivaci, disegni essenziali. Può sembrare un libretto per i compiti delle vacanze. Invece si tratta di un manuale sul suicidio assistito per bambini tra 6 e 12 anni. Lo ha edito in formato digitale il portale Canadian Virtual Hospice con fondi governativi. «Queste attività – recita l’introduzione – ti aiuteranno a riflettere sull’assistenza medica che qualcuno nella tua vita potrebbe chiedere per morire. Comincia da qui». La pubblicazione, uscita nel luglio 2022, è un viaggio a tappe alla scoperta di quello che in Canada la legge definisce «Maid» ( Medical Assistance in Dying, assistenza medica per morire): che cos’è, chi può averla, come funziona. Sottolinea che è stata pensata per aiutare i piccoli ad affrontare la separazione da parenti o amici che decidono di ricorrervi. Ma si preoccupa di chiarire che chiunque può farne richiesta purché abbia compiuto 18 anni. Spiega che la pratica viene autorizzata solo in caso di «malattie gravi o di disabilità che fanno male al corpo e alla mente». E che – dettaglio sottolineato in rosso a caratteri cubitali – «non fa male». Esorta i bambini a condividere i propri dubbi sul tema chiedendogli di completare un disegno e di riempire con delle frasi le nuvole di un fumetto. Per esempio, imbocca la riflessione, «hai idea del perché quella persona vuole morire?». Poco più avanti, ancora, raccomanda ai bambini di non chiedere ai grandi di ripensarci. «Per quanto sia sempre possibile cambiare idea – si legge – la persona che sta scegliendo il suicidio medicalmente assistito probabilmente lo desidera fortemente». Nei passaggi finali indaga persino il desiderio di stare accanto, di persona o in video call, alla persona che riceve l’eutanasia: «Cosa gli porteresti?», «ti piacerebbe che qualcuno scattasse una fotografia?». Finanziato dal Ministero della Salute del Canada, l’opuscolo di 26 pagine – per adesso non destinato alla distribuzione in scuole o biblioteche – è stato scritto dalla pediatra Ceilidh Eaton Russell, docente alla McMaster University di Hamilton, esperta di elaborazione del lutto nei bambini. La ricercatrice ha condotto anche studi di psicosociologia sui minori affetti da tumori allo stadio terminale. Le associazioni pro life canadesi hanno denunciato l’iniziativa come un tentativo spregiudicato di normalizzare l’eutanasia, legale nel Paese dal 2016, un progetto che però mette a rischio il fragile equilibrio emotivo dei piccoli. L’obiettivo (non dichiarato) del libretto, accusano, è anche preparare il terreno alla riforma che apre all’eutanasia per i minori. Forti sono le pressioni esercitate sul governo in questa direzione. A ottobre scorso, per esempio, l’Ordine dei medici della provincia francofona del Quebec si è espresso a favore dell’eutanasia per i neonati gravemente disabili. La Commissione parlamentare che lavora alla revisione della legge in vigore, una tra le più permissive al mondo, si è spinta pure oltre. Nel rapporto presentato alle Camere il 15 febbraio il suicidio assistito è raccomandato per i bambini gravemente ammalati per i quali la morte è «ragionevolmente prevedibile», anche senza il consenso dei genitori.

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