sabato 18 giugno 2022
Un'impennata: in tre anni le interruzioni di gravidanza sono passate da 862mila a 930mila malgrado le restrizioni in molti Stati. E il tasso di abortività è il triplo dell'Italia. Ora la Corte Suprema
Manifestazione anti-aborto davanti alla Corte Suprema di Washington

Manifestazione anti-aborto davanti alla Corte Suprema di Washington

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Nel 2020 una gravidanza su cinque si è conclusa in aborto negli Stati Uniti, dove si attende a giorni un pronunciamento storico della Corte Suprema che dovrebbe annullare dopo mezzo secolo la legalità della pratica a livello federale.
Era da circa dieci anni che il numero di interruzioni di gravidanza era in calo, e l’inversione di tendenza ha colto molti osservatori di sorpresa. Il Guttmacher Institute, un gruppo di ricerca che sostiene i diritti all’aborto, ha contato più di 930.000 aborti negli Stati Uniti nel 2020, rispetto agli 862.000 nel 2017, quando avevano raggiunto il punto più basso dalla sentenza della Corte Suprema del 1973 che autorizzò la procedura a livello nazionale.
Il dato del 2020 rappresenta un aumento dell’8% rispetto al 2017. Un’altra misura per calcolare l’incidenza della procedura è la percentuale di aborti su 1.000 donne in età fertile (tra i 15 e i 44 anni), che è salita al 14,4%, contro il 13,5% di tre anni prima. Come riferimento, i dati italiani, diffusi proprio questa settimana, mostrano che nel 2020 si è conclusa con un aborto una gravidanza su sette. Il tasso di abortività in Italia è del 5,4%.
La ricerca non accerta i motivi esatti della nuova tendenza, ma segnala alcuni fattori potenziali, tra cui l’espansione della copertura medica per l’intervento e l’aumento dei fondi pubblici disponibili per le donne che decidono di mettere fine alla gravidanza.
Un’altra possibile spiegazione è la forte diffusione degli aborti farmacologici, che hanno rappresentato il 54% del totale nel 2020. È la prima volta che le pillole abortive sono responsabili di più della metà degli aborti negli Usa.
Il Guttmacher Institute ha inoltre messo in guardia che la tendenza potrebbe essere più importante di quanto rivelino gli ultimi dati, perché la pandemia potrebbe aver temporaneamente ridotto in alcuni Stati le procedure, che erano invece in forte aumento prima che il Coronavirus sconvolgesse la vita di molte famiglie. A New York, ad esempio, gli aborti sono aumentati dal 2017 al 2019, per poi diminuire del 6% tra il 2019 e il 2020, quando una clinica su 10 nello Stato ha sospeso o interrotto le procedure a causa della pandemia. Anche il Texas ha visto una diminuzione del 2% tra il 2019 e il 2020, a causa delle restrizioni legate alla pandemia.
L’aborto è aumentato invece negli Stati che hanno ampliato l’accesso all’aborto con soldi pubblici. L’Illinois, ad esempio, ha iniziato a consentire ai fondi statali riservati per Medicaid (la mutua per i più poveri) di pagare gli aborti a partire da gennaio 2018. Da allora le procedure sono aumentate del 25% nello Stato. In Illinois sono state interrotte anche le gravidanza di 6.500 donne residenti nel vicino Missouri, dove l’uso di denaro dei contribuenti non era permesso. «Se gli Stati stanno finanziando gli aborti spero che stiano anche valutando come sostenere il parto, perché una donna non pensi che l’aborto sia l’opzione migliore o l’unica», ha dichiarato Carol Tobias, presidente del Comitato nazionale per il diritto alla vita.
Il panorama giuridico sull’aborto sta attraversando una radicale trasformazione negli Stati Uniti. Poco più di un mese fa una fuga di notizie ha lasciato trapelare che la Corte Suprema americana sarebbe orientata ad annullare le due sentenze da lei stessa emesse in precedenza che costituiscono i precedenti legali sui quali si basa da 49 anni la legalità dell’interruzione di gravidanza. Se l’orientamento della maggioranza dei nove magistrati sarà confermato – e lo si apprenderà entro la fine del mese – a livello federale verrebbe eliminato il principio del "diritto di abortire". La materia a quel punto passerebbe automaticamente ai Parlamenti statali. A livello locale il Paese si sta spaccando in due. Circa metà dei 50 Stati Usa ha già approvato o stilato leggi che proibiscono l’aborto, mentre gli altri hanno sancito la sua legalità nel loro ordinamento, spesso senza precisare se chi attraversa i confini statali per abortire sia perseguibile.

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