giovedì 31 marzo 2011
Ulteriore slittamento all’ultima settimana di aprile per l’esame della proposta di legge sul fine vita. Ieri la conferenza dei capigruppo della Camera ha fissato il completamento del dibattito in aula nella settimana dal 26 (martedì dopo Pasqua) al 29 aprile (venerdì).
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Ulteriore slittamento all’ultima settimana di aprile per l’esame della proposta di legge sul fine vita (le Dichiarazioni anticipate di trattamento, o «Dat»). Ieri la conferenza dei capigruppo della Camera ha fissato il completamento del dibattito in aula nella settimana dal 26 (martedì dopo Pasqua) al 29 aprile (venerdì). Da notare che il testo è stato approvato oltre due anni fa al Senato (26 marzo 2009), e che l’esame in Commissione Affari sociali si era già praticamente concluso il 12 maggio del 2010. Molto tempo poi è trascorso nell’attesa dei pareri delle commissioni competenti. Il 7 e il 9 marzo scorsi l’aula di Montecitorio ha avviato il dibattito in aula con l’intervento del relatore Domenico Di Virgilio del Pdl, e la discussione generale. Di Virgilio ha osservato, tra l’altro, nella sua relazione che «non è pensabile un’alleanza di cura nella pretesa che desideri precedentemente espressi (ora per allora) siano vincolanti per il medico». Nel tempo trascorso dalla stesura delle dichiarazioni anticipate di trattamento, il progresso scientifico può aver messo a disposizione rimedi allora non prevedibili, che il medico «non può non utilizzare per tentare di ripristinare la salute». A partire dal 26 aprile, alla ripresa del dibattito, si voteranno gli emendamenti e gli articoli della legge. Prima, però, la Camera si dovrà pronunciare sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate da Idv e dai radicali eletti nel Pd. Quest’ultimo gruppo ha detto di essere intenzionato a presentare una richiesta di sospensiva. Il testo preso come base del dibattito a Montecitorio è quello approvato in Senato, al quale però la Affari sociali ha apportato alcune modifiche. Se tali cambiamenti saranno confermati occorrerà, per l’approvazione definitiva, un ulteriore passaggio a Palazzo Madama che ratifichi le modifiche.
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