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«Il nostro mondo fatica a trovare un valore alla vita umana, anche nella sua ultima ora: lo Spirito del Signore illumini le nostre menti, affinché sappiamo difendere la dignità intrinseca di ogni persona umana». Nel saluto ai pellegrini di lingua francese, al termine dell’udienza generale di ieri in piazza San Pietro, Leone XIV ha espresso un pensiero che è sembrato alludere al varo, il 27 maggio all’Assemblea nazionale di Parigi, della legge sul suicidio assistito. Una prima lettura, in attesa dell’esame del Senato, ma il voto (ben 305 sì contro 199 no) apre la strada al “diritto di morire”.
«Nel rispetto delle sensibilità, dei dubbi e delle speranze – ha dichiarato il presidente Macron, principale sostenitore della legge – si sta aprendo gradualmente la via della fraternità che ho auspicato. Con dignità e umanità». Al centro della legge la possibilità di «autorizzare e accompagnare» una persona che ha «espresso la richiesta di ricorrere a una sostanza letale» che dovrà somministrarsi o farsi somministrare quando non è in grado di procedere» da sé. Il paziente deve essere affetto da «malattia grave e incurabile» in «fase avanzata» o «terminale» con «una sofferenza fisica o psicologica costante». È prevista l’obiezione di coscienza. Lo stesso giorno il Parlamento ha adottato una legge sulle cure palliative.