martedì 24 marzo 2015
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Un po’ di emozione e il ricordo che vola a una notte del 1975: «All’epoca ero pubblico ministero a Firenze e mi trovai a indagare su una clinica dove si facevano aborti clandestini. Ho ancora negli occhi i volti delle poverette che ci trovammo dentro al momento della perquisizione». Già allora a Carlo Casini fu evidente «la più semplice delle cose: e cioè che a quelle donne bastava un briciolo di aiuto, forse soltanto un briciolo di ascolto, per cambiare idea». La differenza tra una vita in più e una in meno.A questa battaglia ha dedicato la sua di vita, quarant’anni da allora, 25 come presidente del Movimento per la vita, che bilancio fa di questo impegno?Avrei bisogno di pagine e pagine (e in effetti in occasione della fine del mio mandato ho prodotto un piccolo tomo!). Il vero distillato di questi anni in ogni caso è e resta quel numero impressionante: oltre 160mila bambini nati, salvati dal coraggio delle loro madri, dalla tenacia di volontari straordinari e per una piccola parte anche da quella intuizione iniziale in cui ho continuato a credere fermamente. Da quell’idea sono nati i Centri di aiuto alla vita ma anche un impegno culturale che nel corso degli anni si è dovuto misurare con sfide sempre più complesse, dal dilagare della provetta all’aspro dibattito sul fine vita.È così e credo che il ruolo del movimento sia stato determinante nell’evidenziare una correlazione fondamentale: quella tra l’annuncio e la testimonianza del valore della vita e la sua possibilità concreta d’essere difesa e salvata. Quell’annuncio e quella testimonianza devono essere incessanti: non a caso la battaglia che più ha contraddistinto l’azione del movimento negli ultimi anni è stata quella per l’"Uno di Noi".Con l’iniziativa avete raccolto oltre due milioni di adesioni in tutti i Paesi d’Europa, chiedendo all’Unione europea un riconoscimento formale dell’embrione umano...Che non è arrivato. Ecco perché da oggi sarò impegnato unicamente su questo fronte, per cui abbiamo peraltro già lanciato una nuova petizione attiva fino a dicembre di quest’anno.Che cosa ha detto al suo successore, Gian Luigi Gigli?Sono felice della sua nomina, il suo percorso lo fa la persona ideale per guidare il movimento: penso in particolare al suo impegno in prima persona nella vicenda di Eluana Englaro, l’altro volto della vita da difendere nel nostro Paese, e non solo. Incontrandolo in ogni caso, qualche giorno fa, gli ho ricordato come l’impegno che ricopre in politica vada sposato appieno con quello nuovo che gli è stato affidato: io l’ho vissuto in prima persona, essendo stato eurodeputato. «Senza la politica non si fanno le case», diceva La Pira, e io dico che senza politica non si difende nemmeno la vita. La politica deve essere per la vita.
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