venerdì 16 novembre 2012
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​«Questa decisione mi addolora ma non mi stupisce, in fondo è solo il risultato di altre sentenze precedenti che non tengono conto veramente della scienza». È amareggiato Licinio Contu, ordinario di genetica medica all’Università di Cagliari e da molti anni in prima linea nella cura della talassemia, nell’apprendere della decisione del Tribunale di Cagliari.Professore, si può affermare che la talassemia è curabile?Attualmente, grazie al trapianto allogenico di cellule staminali del sangue del cordone ombelicale e a un trattamento precoce con pazienti trattati correttamente, di talassemia si guarisce nel 98-99% dei casi: percentuali innegabili e verificabili. Si possono mettere in dubbio solo per scarsa informazione. La terapia del trapianto è iniziata nel 1981 e, superate alcune incertezze iniziali nei protocolli, oggi si conferma il trattamento elettivo per portare un talassemico alla guarigione.Ma la diagnosi preimpianto è superflua?Se la diagnosi preimpianto fosse preliminare a una cura da somministrare al bambino quando è ancora in fase embrionale sarebbe del tutto lecita, ma in questi casi è solo un evidente ipocrisia per decidere uno scarto di esseri umani. La diagnosi ha un senso se è tale, cioè se si esegue come si farebbe con un adulto: con la prospettiva di fornire tempestivamente l’accertamento di un’eventuale anomalia in modo da poter programmare un’adeguata terapia. Ma se la “cura” è la selezione, o l’aborto, non possiamo che parlare di eugenetica.Quindi i bambini non sono destinati a essere malati?No, ma c’è un pregiudizio ideologico per giustificare la diagnosi prenatale e trasformarla in aborto precocissimo di un bambino affetto da un qualsiasi problema genetico. Vale per il talassemico, per il Down e varrà per chissà chi altri. È più facile e più comodo eliminare il problema piuttosto che fornire tutte le possibilità e le risorse per vivere nella società. Alla luce della sua competenza, ci sono i fondamenti scientifici per giustificare il provvedimento?Per quanti sforzi io faccia, da ematologo e genetista, non riesco a capire la disinvoltura antiscientifica con cui i tribunali affrontano simili questioni. Perché se ci fosse davvero rispetto della scienza, e della persona, si dovrebbe dire che dalla talassemia si può guarire nella quasi totalità dei casi. Chiedo ai magistrati: dov’è la giustificazione scientifica della decisione di autorizzare la diagnosi preimpianto in questi casi?
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