giovedì 7 giugno 2018
E’ un percorso che tocca tutta l’Italia quello del camper del progetto «In viaggio per la vita». Nel 40° della legge 194 è partito da Firenze il 22 maggio
Il «camper della vita» tra Liguria e Piemonte
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E’ un percorso che tocca tutta l’Italia quello del camper del progetto «In viaggio per la vita». Nel 40° della legge 194 è partito da Firenze il 22 maggio (anniversario dell’entrata in vigore) per rilanciare «in maniera originale e propositiva una campagna nazionale per la vita», utilizzando il mezzo «per veicolare stimoli, spunti e riflessioni sulla bellezza della vita umana prima della nascita e della maternità durante la gravidanza».

A distanza di 40 anni è fondamentale il ruolo dei Centri di aiuto alla vita che, rinnovandosi "in uscita", continuano a essere presidio per la tutela della vita nascente, raggiungendo migliaia di mamme in difficoltà. Il camper ha ieri lasciato la Liguria, dopo aver toccato Chiavari, La Spezia, Sestri Levante, San Salvatore dei Fieschi e Rapallo: «C’è ancora molta disinformazione – spiega Giovanni Rocchi di Federvita Liguria –, spesso c’è meraviglia da parte delle persone quando scoprono come sia un feto a undici settimane, spostando l’attenzione sul nascituro.

Il nostro scopo è proprio creare consapevolezza, con un lavoro di informazione che passa anche dalle piazze, nell’incontro con ogni persona che vuole fermarsi a parlare con noi».

Il passaggio del testimone è avvenuto ieri pomeriggio: da oggi il camper si trova in Piemonte, dove i volontari continuano a raccontare l’attività dei Centri di aiuto alla vita, del servizio telefonico Sos vita 8008.13000 e del Progetto Gemma (adozione prenatale a distanza) per aiutare le future mamme. Spiega Claudio Larocca, di Federvita Piemonte: «Saremo ad Asti, Acqui Terme, Torino, Rivoli, Savigliano e Ciriè.

Queste iniziative aiutano a farci conoscere e soprattutto a far conoscere la nostra offerta di aiuto a chi può salvare una vita, condannando l’atto e mai la persona. In piazza, ma anche attraverso i social network, possiamo trasmettere direttamente il nostro messaggio e la nostra presenza capillare sul territorio. In regione abbiamo 35 Cav, e ogni anno portiamo aiuto ad almeno duemila donne».

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