giovedì 28 aprile 2011
Due voti superati ieri con largo margine, una prova eloquente del sostegno ampio e bipartisan al provvedimento in discussione a Montecitorio. E ora il probabile rinvio dopo le elezioni locali di metà maggio. Lettera di Berlusconi ai deputati del Pdl: legge frutto di una mediazione alta, l’intangibilità della vita non negoziabile anche per i laici.
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La proposta di legge sul fine vita supera nell’aula della Camera i primi due test, costituiti dalle pregiudiziali di costituzionalità e dalla richiesta di sospensione del dibattito, mentre il premier Silvio Berlusconi chiede esplicitamente «impegno» ai deputati del Pdl per un testo che, grazie ad un «lungo lavoro» parlamentare, costituisce «un risultato largamente condivisibile di sintesi e di mediazione alta». È un tema che gli «sta particolarmente a cuore», attesta il Cavaliere in una lettera. Non è una proposta dell’esecutivo, ma su di essa «il governo ha preso posizioni chiare e coraggiose», e lui stesso si è «adoperato ed esposto con assoluta convinzione». Sul fine vita «non si dovrebbe legiferare», argomenta, «se non ci fossero tribunali che, adducendo presunti vuoti normativi, pretendono in realtà di scavalcare il Parlamento».Il Cavaliere a questo proposito ricorda la morte di Eluana, «stabilita, per la prima volta in Italia, attraverso una sentenza». Il premier assicura di non voler comprimere le «sensibilità diverse» presenti nel Pdl, ma ricorda la mediazione costituita dal testo in esame: il principio laico, sancito per la prima volta del «consenso informato» e, nello stesso tempo, il confine netto tracciato nei confronti dell’eutanasia, evitando anche i rischi di accanimento terapeutico. «La vita è un bene che noi tutti difendiamo – conclude il premier – e se è vero che il mondo cattolico ha molto da insegnarci su questo, è vero anche che l’intangibilità della persona è un valore non negoziabile anche per i laici, e per tutte le culture politiche che compongono il grande mosaico del nostro partito», nella convinzione che la libertà «non possa arrivare a negare la vita». Anche il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, evidenzia che il testo in esame «rappresenta un punto alto di mediazione». Il Pdl lascerà «libertà di voto», ma la Rocella assicura che «la maggioranza è compatta» e «non ci sono rischi per la legge». La ripresa dell’esame della proposta di legge sul fine vita, sulla quale la discussione generale si era tenuta il 7 e il 9 marzo scorsi, è stata resa possibile ieri dal fatto che il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, ha domandato l’inversione dell’ordine del giorno deciso dalla conferenza dei capigruppo del 17, rimarcando che queste considerazioni erano maturate tra i centristi al di là della dinamica maggioranza-opposizione. Si è opposto il capogruppo del Pd, Dario Franceschini, accusando la maggioranza di «buttate i temi della vita e della morte nel tritacarne della battaglia elettorale». «Discorso destituito di fondamento», ha replicato il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto evidenziando che la richiesta di anticipare il dibattito sulle Dat veniva dall’Udc.L’aula l’ha approvata, ma il presidente della Camera, Gianfranco Fini, non ha comunicato con quanti voti di scarto (lo scrutinio è avvenuto senza la registrazione dei nomi). Dal tabellone si è visto però che nei gruppi parlamentari non ci sono state spaccature: a favore Pdl, Lega e Udc, tutti gli altri contro. Alla votazione hanno partecipato otto ministri e diversi sottosegretari. Un identico schieramento con 307 voti contro e 225 a favore e 7 astenuti ha portato a bocciare le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Idv e dai radicali eletti nel Pd, sostenuta poi per tutto il gruppo da Gianclaudio Bressa. Ma Beppe Fioroni ha assicurato che gran parte degli ex-popolari è uscita dall’aula al momento del voto sulle pregiudiziali. «Non potete dire che il rispetto del diritto della della vita è incostituzionale», ha sostenuto invece l’udc Rocco Buttiglione replicando al radicale Maurizio Turco, e lamentando che il Pd «si presti a questa farsa».Contestando la richiesta di vincolatività delle Dat, il pidiellino Manlio Contento ha osservato che così «il principio di indisponibilità della vita non verrebbe più affermato». Fli ha votato a favore sia della pregiudiziale di costituzionalità che della richiesta di sospensiva del Pd, anch’essa respinta con 306 «no» e 248 «sì». La contrarietà decisa dell’Udc è stata espressa da Paola Binetti: «Sono ormai due anni che la proposta di legge viene esaminata e le posizioni non sono cambiate. Non è vero che nessuno vuole l’eutanasia perché molti emendamenti vanno invece in questo senso». Il dibattito è stato sospeso per consentire alla commissione Bilancio di esaminare gli emendamenti, come richiesto dal suo presidente Giancarlo Giorgetti. Le Dat figurano all’ordine del giorno di oggi, ma prima deve essere licenziato il Documento economico finanziario. Comunque alle 11 si riunisce la conferenza dei capigruppo. Secondo Cicchitto, è «possibile» che si inizi a votare sugli emendamenti alle Dat dopo le amministrative. «Non c’è alcuna decisione prestabilita e nessuna volontà di forzatura – ha osservato il capogruppo del Pdl –, l’importante era marcare una direttrice chiara».
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