martedì 7 gennaio 2014
​Pino Salmé, presidente di sezione in Cassazione: "Scelta discrezionale e di opportunità che non può essere fatta dai giudici".
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Tocca al Parlamento intervenire dopo che la Corte di Strasburgo ha condannato l'Italia per aver negato a una coppia la possibilità di attribuire il cognome materno e non quello paterno alla figlia. Perchè può essere solo il legislatore "a sciogliere il nodo se il cognome di un figlio lo scelgono i genitori o se ci sia bisogno invece di una regola generale che valga per tutti, come in Spagna". Non ha dubbi Pino Salmè, presidente di sezione in Cassazione e nel 2008 giudice relatore proprio del caso sollevato dai coniugi milanesi che oggi si sono visti dare ragione dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. Allora la prima sezione civile della Cassazione ritenne che il trattato di Lisbona imponesse all'Italia di "adottare tutte le misure adeguate per eliminare la discriminazione nei confronti della donna in tutte le questioni derivanti dal matrimonio e nei rapporti familiari,compresa la scelta del cognome" e trasmise gli atti alle Sezioni Unite della Suprema Corte, perchè stabilissero se sollevare una nuova questione di legittimità costituzionale davanti alla Consulta, che ne aveva già respinto un'altra come inammissibile. Una pronuncia quella della Cassazione che, "anticipò la valutazione negativa del sistema italiano, che crea discriminazioni nei confronti della donna", nota oggi Salmè, che coerentemente con quella impostazione giudica la sentenza di Strasburgo "del tutto condivisibile". Quel che è certo è che ora non possono essere i magistrati italiani ad applicare direttamente la sentenza di Strasburgo: "l'intervento non può essere fatto a livello giudiziario. Si tratta di compiere una scelta discrezionale e di opportunità che non può fare il giudice, ma il legislatore. Tecnicamente si tratterebbe di una riforma di estrema semplicità: basterebbero poche parole per stabilire se la scelta del cognome da trasmettere ai figli va rimessa di comune accordo ai genitori o adottare un automatismo come quello spagnolo". Ma sarebbe illusorio pensare che la questione possa essere risolta a stretto giro di posta :"è un intervento politicamente delicato: bisogna superare tradizioni secolari che risalgono al diritto romano e resistenze. E questo non è semplice".
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