Il Magnificat della vita per capire il Natale

Una meditazione in parole e musica sulla scelta di Maria e il suo sguardo sulla vita accolta in una lode infinita. La nuova proposta dell’Ufficio Cei per la Pastorale della Salute a Roma, e ora su Youtube.
December 9, 2025
Il Magnificat della vita per capire il Natale
Un momento del Magnificat di Maria in scena a Roma
C’è la forza e il coraggio di chi accetta di affrontare con umiltà anche le situazioni più difficili. E non arretra mai, come solo una mamma sa fare, pur di mettere in salvo il proprio bimbo. È la storia di Maria, per i cristiani simbolo assoluto di fiducia nella vita. Ma è anche la storia di tutte le figure femminili che ogni giorno si fanno carico di sfide faticose e impensabili, senza perdersi d’animo. Il concerto “Magnificat di Maria” – domenica 7 a Roma alle Corsie Sistine di Santo Spirito in Sassia – ha riproposto la vicenda umana della madre di Gesù, le preoccupazioni e poi l’accettazione di un destino che si può comprendere solo se si superano i limiti della ragione.
Promosso dall’Ufficio Cei per la Pastorale della Salute, per il secondo anno, con la musica di Luca Garbini, l’Otc orchestra, il coro Canticum Novum di Solomeo, il coro giovanile Mousiké diretto da Klara Luznik, e poi ancora il soprano Lucia Casagrande Raffi, il mezzosoprano Giada Frasconi, la voce recitante Ilaria Falini e la direzione di Fabio Ciofini, l’evento è nato con l’idea di far riflettere sul valore universale della vita nascente, ma allarga lo sguardo sulle difficoltà delle mamme dei giorni nostri, per certi versi non così diverse e drammatiche da quelle vissute da Maria.
È bastato infatti ascoltare qualche brano tratto da libro “Quando finirà la sofferenza?” di Ilse Weber, una giovane donna ebrea cecoslovacca morta nel 1944 ad Auschwitz. E poi alcuni stralci di una testimonianza di Nima Hasan, poetessa e scrittrice palestinese, che ricorda gli orrori, la fame e la paura vissute a Gaza, per capire che l’agire delle donne, di fronte al pericolo e alle difficoltà più dure, quasi in modo inconsapevole riesce ad attingere forza e coraggio dall’istinto materno. «La declamazione di testi tratti dalla letteratura italiana e islamica – spiegano i promotori – trova ragione nel fatto che Maria è il trait d'union tra il Cristianesimo e l’Islam: in un momento storico in cui le diversità sono utilizzate come elemento deflagrante di tensioni e conflitti, ricondurre l’attenzione di tutti su ciò che unisce può contribuire all’instaurazione di un clima più costruttivo basato sulla riscoperta e la valorizzazione di ciò che accomuna persone di etnie e religioni diverse».
Don Massimo Angelelli durante la serata del "Magnificat di Maria"
Don Massimo Angelelli durante la serata del "Magnificat di Maria"
La scelta dei contenuti del Magnificat di Maria, dunque, è stata chiara: «Ho deciso di esplorare il lato umano della vicenda in modo da non avere un’ispirazione tendente al divino ma rivolta all’umano – precisa Garbini –. Ho intrapreso il lavoro cercando di evidenziare due aspetti dell’umanità di quella ragazzina ebrea investita di un compito enormemente più grande di lei: la preoccupazione di non esserne all’altezza e la fiducia nella protezione del suo Creatore. Il combattimento dell’anima nelle tempeste della vita mi fa pensare a quella frase di Dostoevskij che recita: “Ama la vita più della sua logica, solo allora ne capirai il senso”».
L’evento – ora disponibile sul canale Youtube della Pastorale della Salute Cei – prosegue il percorso iniziato nel 2024 con “Il viaggio di Maria”, in cui la figura della madre di Gesù appare come esempio di coraggio e fiducia nella vita. «Vogliamo riaffermare in maniera positiva anche attraverso i linguaggi artistici i valori della Chiesa – spiega don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio Cei –. L’anno scorso ci siamo avvalsi di alcuni testi dello scrittore Erri De Luca, che descrivevano i vari passaggi del viaggio di Maria, come se recitasse in prima persona. Con questo secondo evento abbiamo voluto inneggiare il suo Magnificat, una lode che per tutti noi diventa testimonianza di vita».

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