martedì 6 febbraio 2024
Sul web strateghi, manager di comunità, creatori di contenuti e analisti dei dati camminano sulle sabbie mobili. Ecco perché è importante dire cose che interessano, dirle bene e sapere ascoltare
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Su Internet l’unico elemento stabile è il cambiamento. E così, anche le figure professionali nate e cresciute accanto agli strumenti e agli ambienti digitali vedono, di punto in bianco, crescere, cambiare o crollare il proprio mercato di riferimento. Prendiamo il caso del social media manager: questa figura, nata insieme a Facebook e compagni per accompagnare aziende, brand e personalità politiche nelle nuove agorà virtuali, è in realtà la distribuzione di funzioni molto diverse tra più persone o, in molti casi, una convivenza di lavori diametralmente opposti in un unico professionista.

In molti si sono sperticati nel provare a definire una tassonomia di queste figure. In breve, però, possiamo individuarne alcune.

Nelle denominazioni l’inglese, purtroppo, è d’obbligo. C’è il social media strategist, che definisce, appunto, con i vertici dell’ente o dell’azienda e con il suo responsabile comunicazione e responsabile marketing la strategia d’adottare, su quali social sbarcare o meno, che tipo di messaggi passare, con quale stile o meglio, tone of voice (tono di voce) comunicare, quali risorse investire.

C’è il community manager, che si mette in ascolto di fan e followers, dialoga con loro, li fa crescere, li coinvolge nelle discussioni. C’è il creatore di contenuti, o content creator, che, a seconda dei social e dei contenuti, può essere uno scrittore di testi, un videomaker, un fotografo, uno speaker.

Non manca mai il grafico, che adatta i contenuti all’immagine del brand. Ci sono poi professionalità ancora più tecniche legate alla lettura dei dati e alla conduzione di campagne pubblicitarie altamente mirate. Sempre più si fa strada anche lo specialista degli influencer, che si occupa di collaborare stabilmente con queste figure centrali nell’economia social.

Strateghi, manager di comunità, creatori di contenuti e analisti dei dati sanno bene di camminare sulle sabbie mobili. Social un tempo generalisti possono ridurre la loro portata (Facebook). Social equilibrati possono venire stravolti in pochi mesi (Twitter/X). Social ipersemplificati possono rivoluzionarsi con nuove funzioni (Instagram). Nuovi social possono nascere, ed occorre presidiarli senza sapere se l’investimento in essi porterà risultato (Threads). Per questo, nel settore, si sta sempre più rivalutando la qualità del contenuto e la forza della relazione. Per domare i capricci degli algoritmi, dire cose che interessano, dirle bene e sapere ascoltare è più efficace di ogni “cheat” di breve durata.

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