mercoledì 21 febbraio 2024
Al Seminario arcivescovile di Napoli un laboratorio formativo con Weca. Al centro il tema “Verso una piena presenza”, che riprende la riflessione proposta dal Dicastero per la comunicazione
Un momento dell'incontro Weca al Seminario arcivescovile di Napoli

Un momento dell'incontro Weca al Seminario arcivescovile di Napoli - Weca

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Due giorni intensi di formazione dedicati ai seminaristi per riflettere sulla consapevole, “piena presenza” nell’ambiente digitale e, in particolare, nei social media. Il Seminario arcivescovile di Napoli “Cardinale Alessio Ascalesi”, in collaborazione con l’Associazione dei WebCattolici Italiani (Weca) – e in linea col tema annuale per le attività formative Per una Chiesa sinodale a servizio della missione – ha tenuto nei giorni scorsi il laboratorio di formazione “Verso una piena presenza”. L’iniziativa (in forma residenziale), rivolta ai seminaristi ma aperta anche ai giovani sacerdoti, ha visto il contributo dei formatori ed esperti di Weca. Tre le tappe principali del percorso formativo: “nell’ambiente digitale”; “siti web e comunicazione”; “social e pastorale”. Nella prima relazione Fabio Bolzetta, giornalista e presidente di Weca, ha evidenziato opportunità e rischi – come la polarizzazione online, dipendenze, fake news e filter bubble – suggerendo alcuni valori per guidare, anche un seminarista, attraverso un uso consapevole e “maturo” dei social, promuovendo così una «piena presenza». Il riferimento è alla Riflessione pastorale sul coinvolgimento con i social media «Verso una piena presenza», pubblicata il 28 maggio 2023 dal Dicastero per la comunicazione.

Un momento dell'incontro Weca al Seminario arcivescovile di Napoli

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Andrea Tomasi ha accompagnato i seminaristi tra le sfide dell’intelligenza artificiale a cui è stato dedicato il tema della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali e della Giornata mondiale della pace del 2024. «Il più forte impatto culturale dell’intelligenza artificiale – ha detto – è probabilmente il rischio che l’essere umano perda la sua centralità cedendola alle tecnologie digitali. Saper usare bene le applicazioni dell’Intelligenza Artificiale non è sufficiente, se non è accompagnato dalla capacità di governarne l’evoluzione per la realizzazione della persona e a vantaggio di tutta l’umanità». Filippo Andreacchio, attraverso il volo in sala di un drone, ha dimostrato le applicazioni dell’intelligenza artificiale anche per la realizzazione di immagini e guidato alle risorse gratuite e rispettose dei diritti d’autore in rete.

Don Paolo Padrini ha ricordato l’importanza, per ogni cristiano, di mettere anzitutto a fuoco la radice – ovvero Gesù Cristo – del senso della propria presenza nel digitale. E ha invitato a «forzare lo strumento per iniziare a promuovere un cambiamento nei social». Giampiero Neri ha presentato i servizi già messi a disposizione dalla Chiesa italiana a diocesi e parrocchie, con una guida e consigli per il sito parrocchiale. Spazio poi ad una panoramica dell’uso dei social, con un focus su strumenti come Instagram, WhatsApp e Telegram. Andrea Canton ha accompagnato i seminaristi alla scoperta dei podcast, contenuti audio sempre più diffusi che possono essere impiegati anche nella pastorale come metodo narrativo per condividere sussidi ma anche per dare una testimonianza di fede. Per Bolzetta «il laboratorio non intende e non può costituire un punto di arrivo bensì la tappa dell’inizio di un cammino, comunitario e personale, di discernimento all’uso dei social media». E non poteva che essere scattata da un drone, a oltre tre metri di altezza, la foto che ha ritratto seminaristi e formatori che hanno partecipato alla due-giorni di Napoli.

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