giovedì 1 febbraio 2024
È un avamposto dell'accoglienza della vita: al Centro aiuto alla Vita di Bassano del Grappa passano le vicende drammatiche e gioiose di donne che trovano chi sa aiutarle a diventare madri
Dal marciapiede alla maternità: insieme si supera ogni ostacolo
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«Sono arrivata in Italia con la promessa di un lavoro. Solo dopo il mio arrivo ho scoperto che il lavoro consisteva nella prostituzione. Quante sofferenze e dolori indescrivibili». Inizia così la testimonianza raccolta dalle volontarie del Centro aiuto alla vita di Bassano del Grappa. «Rimango in gravidanza all’età di 19 anni – prosegue –. Mi trovavo in una situazione di smarrimento e solitudine, le persone che conoscevo erano “estranei” e avevo deciso di eliminare la creatura che portavo in grembo. Circondata da tante persone, ero e mi sentivo sola, finché un “cliente” mi ha indirizzato al Centro di aiuto alla vita dove finalmente mi sono sentita accolta e circondata da un profondo senso di rispetto e da tanta umanità. Da tempo non ricevevo un sorriso, un abbraccio. Al Centro ho trovato persone (che chiamo i miei angeli) che mi hanno dato la possibilità di portare avanti la gravidanza, supportando la libertà della scelta maturata di dare una possibilità di futuro alla mia creatura, aiutandomi a darla in adozione. Io non le volevo togliere la vita e quando mi è stata prospettata la possibilità dell’adozione mi sono sentita alleggerita dentro. Nella profondità del mio cuore ho accolto subito questa opzione. Nel buio di sofferenza e solitudine in cui vivevo tutti i giorni provavo sollievo nel pensare che la creatura portata in grembo avrebbe potuto vedere la luce. Ho proseguito la gravidanza con serenità, e nonostante il dolore del distacco sono serena perché le ho dato la vita. Finché c’è vita c’è speranza. E forse un giorno la potrò abbracciare».

Possiamo contribuire alla Vita di un bambino anche quando da un esame ecografico risultano problemi seri di salute a suo carico. Ecco una storia che ho vissuto in prima persona e che lo documenta.
I genitori non volevano perdere il loro bambino e, consapevoli delle innumerevoli problematiche cui sarebbero andati incontro, hanno accettato di portare alla luce la loro creatura. Dopo cinque mesi dalla nascita i medici hanno comunicato ai genitori l’urgente necessità di un donatore di organo per far sopravvivere il loro bambino che si stava aggravando a vista d’occhio. Mesi di ansia, paura, preoccupazioni perché non si trovava il donatore. La mamma veniva al Centro di aiuto alla Vita e si confidava consapevole di trovarvi condivisione e amicizia. I genitori nei cinque lunghi mesi di terapie e attesa hanno dovuto affrontare spese ingenti per il bilancio familiare che ne risentiva. Il Centro è intervenuto grazie alla disponibilità di generosi volontari nel provvedere a tutto ciò che poteva servire al bambino e al pagamento di qualche bolletta. Dopo tante preghiere finalmente è arrivato l’annuncio che il bambino avrebbe potuto sottoporsi al trapianto. Completato il complesso iter del trapianto, conclusosi con successo, la mamma dopo qualche giorno dal rientro a casa ci ha raggiunto presso la Sede del nostro Centro con un piccolo vassoio di dolcetti e con le lacrime agli occhi, lacrime di gioia. Con gli occhi pieni di queste lacrime ci ha comunicato il suo infinito grazie per la condivisione di tanti mesi oscurati da preoccupazioni di ogni tipo. La condivisione è parte integrante del nostro servizio alla Vita, mettersi accanto e dare speranza, convinti che la Vita rappresenti la Verità naturale e soprannaturale del nostro essere uomini, che vada sempre e comunque difesa. La difesa della Vita è poi sempre garanzia di vera e piena libertà.
Vicepresidente del Movimento per la Vita italiano
Responsabile della Commissione rete dell’accoglienza MpV Italiano

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