giovedì 23 marzo 2023
Sindaco, comandante dei Carabinieri, dirigente scolastica e parroco alla cerimonia per mettere a dimora un "figlio" dell'Albero di Falcone. Un gesto che semina responsabilità nel contrasto alle mafie
Da Palermo a Monza, l’albero della legalità mette radici a scuola
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Nella Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, celebrata il 21 marzo, l’Istituto scolastico Anna Frank di Monza ha voluto rinnovare l’impegno dei ragazzi nella lotta alla criminalità organizzata, ricordando le vittime, che sono oggi 1.069: tra loro bambini, magistrati, appartenenti alle forze dell’ordine, giornalisti, imprenditori, sacerdoti, sindacalisti, esponenti politici, amministratori locali e cittadini.

L’iniziativa è stata fortemente voluta dalla dirigente scolastica Alfina D’Orto, molto sensibile al tema della lotta alle mafie, anche in ragione delle sue origini siciliane. Il cambiamento in atto nella società dell’isola e non solo è avvenuto soprattutto grazie alla consapevolezza dei cittadini, raggiunta in massima parte per l’esempio fornito dalle vittime di mafia con la loro scelta di stare sempre e comunque dalla parte della legalità.

I ragazzi dell’istituto, che è una scuola media a indirizzo musicale, hanno aperto l’evento suonando chitarre elettriche, tastiere, flauti e sassofoni per eseguire Everybody Needs Somebody to Love dei Blues Brothers, in omaggio di tutte vittime. Il sindaco di Monza Paolo Pilotto nel suo intervento ha sottolineato l’impegno della scuola nell’affermare i valori della legalità, contro ogni tentativo di sopraffazione e di violenza, e ha incoraggiato i ragazzi a impegnarsi seriamente per raggiungere i propri traguardi, diffidando dalle scorciatoie o dalle soluzioni di comodo che talvolta possono essere loro offerte.


Il tenente colonnello Filippo Milani ha portato ai ragazzi il saluto dell’Arma dei Carabinieri e ha ricordato che «dietro il nome di ogni vittima c’è una persona, con un volto, una vita e una storia» e ha rivolto un pensiero affettuoso «a quanti, per mano della violenza criminale, hanno subìto la perdita di un figlio, di un genitore o di un amico, e che per questo motivo sono, a loro volta, vittime innocenti della mafia, condannati a convivere ogni giorno con il dolore per lo strappo subito». Don Claudio Colombo, parroco del Sacro Cuore, ha preso la parola richiamando i ragazzi alla responsabilità delle proprie azioni e dei gesti compiuti nei confronti degli altri, in famiglia, a scuola e nei diversi ambiti: «L’accoglienza nei confronti del prossimo – ha aggiunto don Claudio – consiste nel prestare aiuto a chi ne ha bisogno e dimostrare attenzione e vicinanza a chi è in difficoltà: sono questi i valori che uniscono ogni comunità e devono costituire un indirizzo anche per i più giovani».

A seguire i ragazzi hanno celebrato la consegna all’istituto di una piccola pianta, nata da una gemma prelevata dall’Albero di Falcone, a Palermo, davanti all’abitazione del giudice assassinato dalla mafia il 23 maggio 1992. L’albero è un giovane esemplare di ficus macrophylla ed è stato donato alla scuola dal Centro nazionale Carabinieri Biodiversità che si trova a Peri, in provincia di Verona. Ora la pianta è affidata alle amorevoli cure dei ragazzi per crescere rigogliosa. La duplicazione dell’Albero di Falcone e la sua messa a dimora – ha ricordato Milani – è il fulcro del progetto nazionale di educazione alla legalità “Un albero per il futuro”, promosso dall’Arma dei Carabinieri, coinvolgendo la scuola in questo obiettivo, e che punta a distribuire 500 mila piantine nelle scuole italiane.



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