Noi, "gente d’Avvenire", abbiamo specialissimi motivi di riconoscenza e di affetto per il Papa "figlio di giornalista", che ha concepito e voluto (tra non poche difficoltà) il nostro giornale
Era il 19 maggio 1976 quando sentii che dovevo parlare al Papa. Dovevo dirgli cosa pensavano i giovani della Chiesa, che era troppo ricca, lontana dalla gente