giovedì 4 febbraio 2016
Il Centro comunitario Agape, fondato a Reggio Calabria nel 1968 da don Italo Calabrò, ha deciso di aiutare le donne con figli minori che vivono una situazione di fragilità: ragazze madri, donne separate, vittime di violenza.Dopo una lunga fase di discernimento, si è deciso di accompagnare queste ragazze in un percorso di aggregazione, che è sfociato nella costituzione della cooperativa sociale «Soleinsieme». Una vera e propria impresa sociale concepita come strumento per promuovere lavoro e reddito, ma anche come mezzo per il riscatto sociale e la riappropriazione della dignità.Una strada in salita, in una città dove fare impresa è una scommessa, e farlo con donne che si portano dietro ferite e veri e propri naufragi esistenziali rappresenta un ulteriore azzardo. Durante il primo anno, molto positivo, si è lavorato al progetto più importante: un laboratorio di sartoria in un bene confiscato alla 'ndrangheta, come primo passo per una vera e propria filiera di sartoria sociale da avviare in città. Un progetto che ha visto confluire tantissime disponibilità come quella del Tribunale, della Provincia, dei detenuti del carcere che hanno lavorato gratuitamente per la ristrutturazione del bene confiscato e di tanti altri che hanno dato il loro apporto economico e professionale.Il vescovo Morosini ha benedetto i locali della nuova sartoria. Con l'idea chiara che in quei locali tra ago e filo si cercherà di ricucire vite ferite.
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