giovedì 26 settembre 2019
Paginata multipla sul "Foglio" (21/9) con titolone – «Vita eterna 4.0» – per raccontare che Adam Neumann, «l'imprenditore tecnologico più chiacchierato del momento», tra le sue tante «trovate geniali» e aiutato da molti ne ha proposta una che garantirebbe - pur con grandi costi - la «crioconservazione», congelamento preventivo per allontanare la morte, in modo da resistere in vita nell'attesa di scoperte tecnologiche che potranno probabilmente recuperare miglioramenti generali e quindi la vivibilità del soggetto. Bella idea? Certo clamorosa, con cenni di vittoria su tanti celebri fronti: da quello dell'elogio dei «morti alle Termopili» (Simonide) all'interrogativo leopardiano del «pastore errante dell'Asia». Il tutto, sempre sul "Foglio", è per fortuna accompagnato dalla giusta ironia. Che dire? A me, e credo a molti, vengono alla mente un paio di pensieri: «Occhio umano mai ha visto, orecchio umano mai ha udito e cuore umano mai ha potuto presagire ciò che Dio ha riservato per coloro che lo amano»... (1Cor. 2, 9). Paolo parla proprio della "vita eterna", e sempre a tale proposito torna in mente un'altra parola: «Questa è la vita eterna: conoscere te, unico vero Dio, e conoscere colui che tu hai mandato, Gesù Cristo». (Gv. 17,3). Va ricordato che quel "conoscere" biblico non è astratto, ma rapporto reale di tutti gli aspetti della persona. Ma ce ne sono anche altre. Ecco: «Tutta la vita è già eternità», e «mi dicono che dopo la morte potrò vedere Dio. È vero, ma quanto a essere con lui io lo sono già adesso». Sono parole di Teresa di Lisieux. È così: una vita "santa", non nel senso devozionistico, ma reale - si veda il "Codice di Santità" del Levitico (cap. 17) – è fin d'ora carica di umanità e invasa dalla presenza dello Spirito Santo, «Dio dentro di noi» nella fede che diventa vita: l'eternità anticipata nel tempo... Altro che «4.0»!
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