venerdì 18 aprile 2003
Il dilemma attorno al Vin Santo si palesa ogni volta che ci si trova a parlare di questo ninnolo dell"enologia italiana. È un vino da Messa? No, anche se la tipologia sarebbe molto adatta per celebrare la messa; ma per essere autorizzato a questa funzione deve accertare di essere "non corruptum e de gemine vitis" come recita il canone 924 del diritto canonico. Ora, si presume che il nome di Santo derivi da una tipologia simile che derivava dall"isola greca di Xanto. Altri legano questo vino alla Settimana Santa, soprattutto quando la Pasqua "era bassa", periodo nel quale si dava il via al mosto di uve dolcissime vendemmiate in autunno a fatte appassire sui graticci durante tutto l"inverno. Le due regioni che hanno mantenuto una forte tradizione di Vin Santo sono la Toscana ed il Trentino. Quest"ultima, si dice, per via del Concilio di Trento che ha in qualche modo invogliato, per motivi di ospitalità, la produzione e l"offerta di quel particolare vino. Recentemente, proprio in Trentino, a Castel Toblino, si è svolta la prima rassegna internazionale del Bere Dolce (ma c"è anche una consigliabile guida, curata da Fabio Turchetti e dedicata proprio al Bere Dolce) dove i Vin Santo trentini si sono confrontati con quelli Toscani. Ora, le tipologie sono molto diverse fra loro e vanno dal Vin Santo secco, spesso maderizzato, che può reggere anche un invecchiamento di 50 o di 100 anni e che si trova spesso in Toscana, dove questi prodigi della natura vengono conservati in caratelli (piccole botti di legno) sigillati con il cemento per essere aperti solo in circostanze solenni, al Vin Santo Trentino che vira di più verso il dolce. L"ultimo assaggio di Vin Santo, che noi consigliamo lontano dai pasti, è in Toscana. Si chiama Sangallo e viene prodotto a Montepulciano dalla Fattoria del Cerro. Ha un colore brillante e ambrato, in bocca è dolce e caramellato e sprigiona note di liquerizia pura e di prugna secca. È un vino elegante, delicato, che merita d"essere circoscritto tra i vini "da meditazione" o, al massimo "da conversazione". Come si fa per il tè.
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