martedì 25 marzo 2008
Domenica di Pasqua, sul "Corsera" (p. 33) ecco Sergio Luzzatto, lo storico che ha cercato di demolire Padre Pio montando un castello di carte ammiratissimo in pagina laica, ma buttato giù al primo soffio di un libro dei colleghi Gaeta e Tornielli. "Parce sepulto"? Sì, ma quello torna in pagina proprio a Pasqua, e per prendersela direttamente e personalmente " originale! " con Benedetto XVI. E perché? Perché a p. 7, nella "Premessa" alle ben 450 pagine del suo libro su Gesù di Nazaret, tra le 5 opere su Gesù lette da giovanissimo "con entusiasmo" ha ricordato anche la "Storia di Cristo" di Giovanni Papini, celebre da sempre anche negli aspetti discutibili che riflettono il suo tempo, appesantito da un antisemitismo condannabile e condannato da tutti. E allora? Allora lo storico va a ripescare alcune espressioni razziste del libro di Papini per additare allo sprezzo del lettore questo Papa che da testi come questo avrebbe lasciato "riempire la sua giovinezza nella Germania del Terzo Reich". Insomma: a p. 33 del "Corsera", nel giorno di Pasqua, veleno puro cercato con la lente e inoculato su un bersaglio vivo e diretto. Però veleno sfortunato! Infatti tutta la pagina 32, a giornale aperto lì, accanto alla 33, è dedicata proprio alla pubblicità del libro di Benedetto XVI. Caso, o giusta nemesi studiata in redazione? E oltre la sfortuna anche la sensazione di qualche meschinità. Spiace dover ripensare ad una poesia di Trilussa: "La lumaca". Eccola. "La Lumachella de la Vanagloria, ch'era strisciata sopra un obbelisco, guardò la bava e disse: Già capisco che lascerò un'impronta ne la Storia".
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