Una vignetta fa fulminea sintesi di due notizie dolenti e toccanti
mercoledì 18 marzo 2020
I vignettisti sono così: con pochi, efficaci tratti di disegno e altrettante battute fanno sintesi delle notizie del giorno, le interpretano, le commentano. Uno dei fili conduttori dei post che ho visto nelle ultime ore, inevitabilmente interni al tema “fede, Chiesa e coronavirus”, è la dolente consapevolezza che difficilmente, quest'anno, potremo ritrovarci nelle nostre chiese per partecipare ai riti della Pasqua, che il calendario ha posto al 12 aprile. Una consapevolezza rafforzata dalla decisione della Prefettura della Casa pontificia di svolgere le celebrazioni vaticane della Settimana Santa senza la presenza dei fedeli. Un altro filo conduttore raccoglie la mole, veramente grande, di post a proposito di come le comunità ecclesiali, diocesane e parrocchiali soprattutto, stanno imparando a usare le tecnologie digitali per rimanere unite spiritualmente, in particolare nella preghiera. Tra le tante, certamente la più toccante è la notizia, che ho letto sul sito di “Avvenire” ( bit.ly/2Wmrc0U ), di don Giuseppe Corbari, parroco a Robbiano di Giussano (in Brianza), che, per la messa domenicale in streaming, ha stampato i selfie dei suoi parrocchiani e li ha posti sulle panche e sulle sedie. Non credo di sbagliarmi se dico che ha attinto a questi due filoni la vignetta che Gioba, alias don Giovanni Berti, ha pubblicato ieri sulla sua pagina Facebook ( bit.ly/2IR2LR6 ), a proseguire una serie ormai lunga ispirata dall'epidemia in corso. Riproduce un'Ultima cena diversa dalle solite, sebbene vagamente leonardesca, giacché né Gesù, né gli apostoli sono presenti fisicamente: sulla mensa sono allineati al loro posto altrettanti smartphone, accesi sui loro volti. Ma poiché questo è un Giovedì santo digitale, il tradimento di Giuda non potrà che avvenire per via informatica: così, dal cellulare di Gesù escono le parole: «…uno di voi è un hacker». Se davvero «andrà tutto bene» sarà anche grazie a chi, in tempi drammatici, ci ha strappato un sorriso.
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