Il Papa con gli artisti e gli atleti. Le ricerche del 2025

La popolarità dei tanti incontri di Leone XIV, gli avvenimenti dell'anno e le parole sull'uso dei social media
December 27, 2025
Il Papa con gli artisti e gli atleti. Le ricerche del 2025
Papa Leone XIV con Jannik Sinner in Vaticano /Fotogramma
Il portale internazionale “Aleteia” ha messo l’accento, in due recenti post, su alcuni tratti di papa Leone XIV che segnalerebbero «il sorgere di una cultura papale pienamente integrata nei nuovi codici di comunicazione». In uno (bit.ly/4sqnjoe) Cyprien Viet mette in fila i diversi appuntamenti, tutti ad alta risonanza in Rete, che hanno visto papa Prevost in questi mesi insieme ad artisti e atleti. Un’occasione è stata quella, istituzionale, dell’“Incontro con il mondo del cinema” del 15 novembre, preceduto dalla diffusione dei titoli dei suoi quattro film preferiti; in riferimento a tale momento Viet fa i nomi di Monica Bellucci, Cate Blanchett, Spike Lee e George Miller. Prima e dopo sono stati a tu per tu con il papa Laura Pausini (con speciale eco per via della sua popolarità in Perù), Michael Bublé, Riccardo Muti (insignito del premio Ratzinger), Roberto Benigni (per l’anteprima del suo monologo televisivo su san Pietro “Un uomo nel vento”), Zoe Saltana, Naomi Campbell, Robert De Niro e Chris Pratt. Infine “Aleteia” cita alcuni atleti: il ciclista Nairo Quintana (al passaggio in Vaticano del Giro d’Italia), la squadra di calcio del Napoli, il tennista Jannik Sinner. A corollario di questo si può citare un altro post di “Aleteia” (bit.ly/4sc2pJa) nel quale si riferisce che la rivista “Vogue” ha inserito Leone XIV tra le persone meglio vestite del 2025. L’autrice Cerith Gardiner ne trae, in modo francamente un po’ forzato, insegnamenti validi per tutto il popolo di Dio.
Meno frivolezza nell’articolo in cui José Lorenzo, su “Religion Digital” (bit.ly/4qn4fFp), riporta i dati che riguardano, nel 2025, alcune ricerche su Google – per l’area ispanofona, immagino – e su Wikipedia chiaramente influenzate dagli avvenimenti della morte di papa Bergoglio e dell’ascesa al soglio di Pietro di un nuovo Papa. Su Google troviamo “conclave” tra i primi temi più ricercati in tre categorie (ricordo che c’era anche in distribuzione un film con questo titolo), “Leone XIV” quarto tra le figure internazionali e “Francesco” quinto tra le persone venute a mancare, mentre tra i giorni dei ricoveri di Francesco, quelli della sua morte e quelli del conclave tanti ricercavano notizie sul “Papa”. GoogleTrends, la fonte di questo articolo, riporta i dati globali o per singolo Paese: per l’Italia (bit.ly/49rwq0b) spiccano “Leone XIV” al secondo posto tra i “perché”, “Francesco” al primo tra gli “addii” e “agostiniano” al quarto tra i “cosa significa”. Sottolineo quest’ultimo dato perché ci dice che l’elezione del card. Robert Prevost ha dato visibilità a un ordine religioso, quello appunto degli agostiniani, non particolarmente noto alla vasta opinione pubblica. “Religion Digital” riporta anche i dati di Wikipedia, questa volta relativi alle ricerche in inglese: su una mole totale di 2,4 milioni di ore di consultazioni nel 2025, due delle cinque voci più lette sono “Deaths in 2025”, dove evidentemente compare papa Francesco, e “Pope Leo XIV”.
A fare in qualche modo da contraltare a questi dati Leone XIV, che è subentrato a Francesco sugli account ufficiali @Pontifex della Santa Sede e che anche personalmente si serve, a quanto si dice, delle più diffuse applicazioni per smartphone, non ha mancato di manifestare più volte le sue preoccupazioni non solo sugli sviluppi dell’intelligenza artificiale e in genere delle nuove tecnologie, che sin dall’inizio ha associato a una nuova questione sociale, ma anche, specificamente, sull’uso dei social media. Risalendo indietro nei mesi del nuovo pontificato troviamo diversi passaggi significativi, in questo senso: incontrando, per il Giubileo, i missionari digitali (29 luglio) e poco dopo i giovani (2 agosto); rivolto ai partecipanti al Giubileo del mondo educativo (31 ottobre); nel videomessaggio alla VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Governo italiano (7 novembre). Ultimamente lo ha fatto in riferimento ai presbiteri, nella lettera apostolica “Una fedeltà che genera futuro” (occasionata dai 60 anni di due decreti conciliari), in cui prima mette in guardia dall’«ansia di essere iperconnessi» e dopo raccomanda di valutare sapientemente «l’esposizione mediatica, l’uso dei social network e di tutti gli strumenti oggi disponibili […] assumendo come paradigma del discernimento quello del servizio all’evangelizzazione». Difficile non trovare in passaggio, come ha annotato qui su “Avvenire” anche Giacomo Gambassi (bit.ly/49bHeOK), una stringente indicazione di stile per la crescente schiera dei preti missionari digitali.

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