Libri, blog e una IA per il magistero cattolico
Pur concentrata sull’Avvento, l’infosfera ecclesiale racconta anche storie ordinarie: una dall’Italia, una dal Canada e una dalla Spagna

I tempi liturgici forti esercitano una forte attrattiva sull’infosfera ecclesiale, ma in mezzo ai tanti post di questi giorni sull’Avvento e sul presepe si nascondono anche storie digitali ordinarie. Ad esempio quella di un significativo andirivieni tra supporto digitale e supporto cartaceo. Si parte da un libro di Anna Porchetti, Amatevi finché morte non vi separi. Il matrimonio: scelta per uomini coraggiosi e donne veramente libere, pubblicato da Effatà a fine 2022. Da esso l’autrice ha avviato un blog (bit.ly/48I9Ksj) vivace, talvolta assertivo, non particolarmente supportato dai social (le ore di un giorno sono solo 24, e Porchetti è sposata, è madre di tre figlie e ha un lavoro impegnativo in tutt’altro settore). Da un anno su tale blog interviene regolarmente don Enzo Vitale, religioso dei Servi del Cuore immacolato di Maria e dottorando in teologia morale, non nuovo al lavoro di divulgazione essendo spesso ospite di suor Myriam Castelli nel programma televisivo Cristianità (Rai Italia, la rete pubblica per gli italiani all’estero). La rubrica affidatagli da Anna Porchetti è intitolata “Il sacerdote risponde” (qui bit.ly/4aRcrcr una delle puntate recenti, in cui esamina il quesito di un lettore sulla «preghiera inutile»). Venti dei post usciti sul blog sono stati rielaborati e ora costituiscono altrettanti capitoli del volume di taglio divulgativo Chiedilo al don! Le risposte di un sacerdote alle domande che avresti sempre voluto fare, per i tipi di Punto Famiglia.
Nell’articolo su Korazym (bit.ly/3XXaHHd) che presenta il volume si cita una sottolineatura della stessa Porchetti: don Vitale è «un sacerdote vero, in carne, ossa e intelligenza naturale, in un mondo sempre più controllato da quella artificiale». A confermare l’ultima parte di tale affermazione sul versante del magistero e della cultura cattolici ci sono i prodotti della canadese Longbeard: sostanzialmente dediti allo sviluppo di un “large language model” (LLM) addestrato sui contenuti del magistero cattolico, così che i fedeli possano rivolgersi a esso anziché a ChatGPT o simili quando hanno dei quesiti di tipo dottrinale. Il principale servizio messo online da Longbeard si chiama Magisterium AI ed è attivo dal 2023, in diverse lingue compreso l’italiano (bit.ly/4p7f9OB). Nel 2024 ha ricevuto attestati di fiducia sia dal sito dei vescovi inglesi (bit.ly/4pJQ9y3), sia da quello dei vescovi Usa (bit.ly/491pMwg), che tuttavia riporta affermazioni di Matthew Sanders, Ceo di Longbeard, più caute rispetto a quelle promozionali: è «uno strumento che può essere utile in alcuni casi e in altri meno» e le sue risposte «potrebbero non essere tutte perfette; se sembrano imperfette è il caso di rivolgersi a un essere umano». In termini decisamente critici verso Magisterium AI si è recentemente espressa, sul Religion News Service (bit.ly/48YH0KF), Phyllis Zagano: «I suoi programmatori e bot sembrano cercare i documenti che a loro piacciono e ignorare quelli che a loro non piacciono».
Oltre alla formazione cattolica, anche l’informazione religiosa sul web ha la sua vitalità, quando il bacino d’utenza non è troppo ristretto (limite, questo, insormontabile per le testate italiane). È il caso di Religion Digital, il «principale portale di informazione religiosa al mondo» ispanofono. Nato nel 2000 in Spagna in seno a Periodista Digital, resosi indipendente nel 2019, dichiara (bit.ly/3L3sABb) 5 milioni di visite al mese, 2 milioni di utenti unici, 194 Paesi raggiunti. Lo dirige José Manuel Vidal, caporedattore Jesús Bastante. Il 15 dicembre Religion Digital si è presentato con un significativo restyling (bit.ly/3YA6FVi), fondato sul «guadagnare leggibilità» e su una diversa architettura della pagina principale. Per il primo obiettivo si è puntato su caratteri e interlinea più grandi e «leggeri»; per il secondo, considerato che il lettore del portale mediamente vi sosta per ben 6 minuti, si è pensato a una vetrina in cui l’utente «navighi in modo più intuitivo», alternando «diversi moduli che gerarchizzano il contenuto in base all’attualità». Le modifiche vanno incontro soprattutto agli utenti, sempre più numerosi, che consultano Religion Digital da smartphone e tablet. Il direttore non nasconde che il passaggio di pontificato si è tradotto in un «grande aumento delle visite», tanto da fargli definire il 2025 «un anno informativo entusiasmante». L’investimento sul restyling del portale dovrebbe contribuire a evitare che quello appena verificatosi rimanga solo un isolato exploit.
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