venerdì 19 luglio 2019
Le faranno belle per provare a restituire loro un sorriso, per aiutarle a rialzarsi, convincerle che non è tutto finito e non sono condannate a una vita infelice. Come Josefa, la donna camerunese salvata il 17 giugno dello scorso anno da "Open Arms" dopo che una motovedetta di Tripoli l'aveva abbandonata in mare poiché non voleva tornare nelle mani dei libici. Le volontarie a bordo le avevano steso lo smalto alle dita delle mani per rassicurarla e farla parlare ma le foto delle sue unghie rosse accesero l'odio in rete. È altrettanto convinta del potere terapeutico anche della manicure Angela Gagliardi, giovane cosentina presidente della onlus Apis (Associazione informazione e prevenzione sanitaria) che grazie alla fornitura gratuita della Ladybird House sta distribuendo a una serie di istituti di bellezza calabresi, e non solo, kit destinati a donne migranti, vittime di violenza, sole, povere o in difficoltà a causa di altre ragioni. «Sono provati i legami tra manicure e benessere psicologico. Certo non basta da solo ma è un aiuto, un appiglio cui aggrapparsi per provare a risalire – spiega la professionista richiamando il concetto e l'importanza dell'empowerment femminile, l'alleanza tra donne che genera una forza benefica –. A tutte le donne dev'essere data la possibilità di sentirsi bene e belle, rimanendo uniche ma con le stesse possibilità». Anche con una manicure.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI