sabato 3 luglio 2021
Ma come eravamo senza mascherina. Te lo ricordi? Diceva a se stessa davanti allo specchio. Ero così? Riuscivo a uscire di casa senza rossetto sulle labbra, con poca crema trasparente e non mi importava se avevo un incontro con l'amico che mi era sempre piaciuto. Lo salutavo con un sorriso invisibile sotto la mascherina e facevo bella figura lo stesso. Ora devo comperare una nuova crema che mi regali un migliore aspetto, non come quello che ho fatto sopportare alla mia famiglia per tanto tempo. Oppure devo andare al mare , ma costa più della crema. Infine non siamo mai contenti e riusciamo a trovare la parte negativa delle cose anche dopo averle desiderate per tanto tempo. Bisognerà andare dal parrucchiere per sistemare un po' questi capelli che, lavati a casa per tante volte hanno perduto leggerezza, fantasia, forse anche colore. E gli abiti dello scorso anno mi andranno ancora bene, o questa necessaria vita sedentaria appena passata mi avrà regalato qualche chilo in più? Il sole e il caldo arrivati senza il solito leggero preavviso ci obbligano a decidere tutto in fretta, non per il piacere, ma per la necessità. Le figlie prendono le forbici e tagliano dagli abiti dello scorso anno i centimetri che l'età gli aveva in pochi mesi regalato. Ai miei tempi si faceva il contrario: quando non si poteva comperare l'abito nuovo, si allungava quello dello scorso anno, anche con un colore differente. La giovane sarta veniva per una settimana, dal mattino alla sera, quando cambiavano le stagioni. Una grande macchina da cucire faceva il suo rumore, come un ronzio di api, mentre tagliava, ricuciva, rendeva nuovi gli abiti della stagione che stava arrivando, sia allungando gli orli, sia aggiungendo una fantasia nuova a quello che sarebbe passato alla sorella più piccola. Eravamo quattro ragazzine, divise in età due per due. La più fortunata era la maggiore perché aveva quasi tutte stoffe nuove, ben poche ereditate da qualche abito della mamma che però non piacevano perché le sue amiche avevano cose differenti. In realtà la scuola ci obbligava a portare una gonna blu con camicetta azzurra e questo risolveva molte cose: l'ordine, la mancanza di vanità, l'uguaglianza. La noia era però dover mettere sopra, in classe, un grembiule bianco a molte pieghe che a me sembrava ci desse la forma delle farfalle! E ora mi pare di raccontare una favola ai nipotini tanto era diversa per forma e per interesse la mia vita della mia scuola quando ancora non si andava sulla luna, né si poteva sognare di andare a cercare un mondo diverso dal nostro o simile nella sua forma in una antica o possibile futura vita. Serenità, con la fantasia dell'uomo arriva alle cose sempre prima della loro reale scoperta. Possiamo allora sognare mondi nuovi e gente diversa? Nessuno oggi ci potrebbe dare una risposta, allora viviamo questa portando pace e serenità per quanto sarà possibile.
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